Va in porto il decreto legge 113 col payback da 1,5 miliardi a carico delle industrie per il ripiano della metà del disavanzo totale della spesa farmaceutica pubblica realizzato nel triennio 2013-2016. Ma le Regioni, prime destinatarie di quelle somme (scontate del 10% per i primi due anni e del 20% per il 2015), con lo Stato che non fa da semplice spettatore, per il momento hanno poco da festeggiare: almeno 600 milioni dell'intera somma è infatti da considerare in bilico perché - dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha accolto la sospensiva per i ricorsi presentati da numerose imprese - diverse decine di imprese per il momento hanno deciso di non pagare e di avvalersi della sospensiva decisa dallo stesso Tar. E di aspettare la sentenza di merito dei giudici amministrativi, prevista per la metà di settembre, che potrebbe essere ancora a loro favorevole, proprio mentre il Governo ha annunciato con la prossima manovra per il 2017 la riforma della governance farmaceutica. Riforma che si troverebbe intanto con la zavorra dei conti 2013-2015 in sospeso, con quelle somme fin qui congelate che le Regioni avevano però già messo a bilancio. Una complicazione non da poco, considerato che Governo e Regioni devono ancora trovare l'intesa, fin qui rivelatasi molto complessa, proprio sui contenuti della governance di settore.