E’ impossibile anche solo immaginare di potersi un poco addentrare nell’universo di pensieri, nello sconforto e nella ricerca disperata di un ultimo brandello di luce e di speranza così come ha fatto qualche tempo fa - la notizia è già stata consegnata alla storia - la ragazzina inglese che, condannata da un male incurabile a 14 anni, ha chiesto di essere ibernata.

Si può solo ammutolire e rispettare e poi riflettere su cosa c’è davvero - e di una profondità sontuosa - nel cuore di una giovane donna che sente così profondamente la ricchezza della vita da comprendere che non può finire.

Poco importa che in una società che ha smarrito il senso della trascendenza, affidi alla scienza il suo ultimo brandello di speranza.

Fa parte di quel processo che potremmo chiamare di “immannentizzazione” della trascendenza che osserviamo anche in altri campi e che dà ragione di alcuni fenomeni che resterebbero altrimenti difficilmente comprensibili.

Ci sono aspirazioni nel cuore dell’uomo che gli appartengono costitutivamente, sono consustanziali al suo statuto ontologico e poiché, quindi, non possono essere negate trovano comunque un percorso che le faccia emergere, anche in un contesto culturale che non è più in grado di avvertirle.

Anche quando non riusciamo a tematizzarla compiutamente, portandola alla piena luce della coscienza, pare che nel cuore più intimo della interiorità di ciascuno, credente o meno che sia, alberghi questa consapevolezza, originaria, incondizionata e ad un tempo oscura, che la vita è senza fine.

Ed è così che questa ragazzina che ha guardato in un abisso insondabile ci invia un messaggio ed un avvertimento prezioso.

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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