Approdano in aula circa 600 emendamenti relativi alla legge sul cosiddetto “fine vita” o meglio sulle  DAT “Disposizioni anticipare di trattamento”.

Il passaggio dalla Commissione all’ Aula non va sottovalutato se i Deputati, che incarnano la collegialità assembleare del Parlamento, rivendicano e rispettano fino il fondo l’alto ruolo di rappresentanza che ad essi appartiene.

Significa passare da un confronto sicuramente più puntiglioso e più dialettico di quanto si possa fare in Aula, riservato ad un gruppo ristretto e selezionato di parlamentari che, sedendo nella Commissione referente, hanno sviluppato una conoscenza specifica dell’argomento, ma che, pur esprimendo gli indirizzi dei rispettivi gruppi parlamentari, non esauriscono in sé l’autorevolezza dell’assise nella sua globalità e tanto meno la responsabilità personale di ciascun altro collega, ad una sede in cui ogni singolo deputato è chiamato in causa in prima persona. E su un argomento che non può essere demandato a cuor leggero ad un indirizzo politico generale o di parte perché interpella la coscienza di ognuno.

Ad ogni modo, è in Aula che si decide e, dunque, c’è ancora spazio per correzioni importanti del testo e soprattutto per diradare l’opacità non casuale, anzi ben studiata, di quelle presunzioni ideologiche che già auspicano che le DAT altro non siano che l’incipit di un percorso fatalmente destinato a sfociare in una legge che introduca l’eutanasia nel nostro ordinamento giuridico.

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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