“La potenza delle biotecnologie, che già ora consente manipolazioni della vita fino ad ieri impensabili, pone questioni formidabili.

E’ urgente, perciò, intensificare lo studio ed il confronto sugli effetti di tale evoluzione della società in senso tecnologico, per articolare una sintesi antropologica che sia all’altezza di questa sfida epocale”

Lo ha affermato Papa Francesco – giovedì scorso, 5 ottobre – intervenendo all’assemblea generale dei membri della Pontificia Accademia per la Vita, convocata ad affrontare il tema: “Accompagnare la vita. Nuove responsabilità nell’era tecnologica”.

La nostra attenzione, ha proseguito il Pontefice: “….non può, quindi, essere limitata alla soluzione delle questioni poste da specifiche situazioni di conflitto etico, sociale o giuridico. L’ispirazione di condotte coerenti con la dignità della persona umana riguarda la teoria e la pratica della scienza e della tecnica nella loro impostazione complessiva in rapporto alla vita, al suo senso ed al suo valore”.

Un appello puntuale anche per chi, da credente, opera nel mondo della sanità e delle relativa ricerca scientifica, si coglie in questo ulteriore passaggio di Papa Francesco:

“Un autentico progresso scientifico e tecnologico dovrebbe , invece, ispirare politiche più umane. La fede cristiana ci spinge a riprendere l’iniziativa, respingendo ogni concessione alla nostalgia ed al lamento. La Chiesa, del resto, ha una vasta tradizione di menti generose ed illuminate, che hanno aperto strade per la scienza e la coscienza nella loro epoca. Il mondo ha bisogno di credenti che, con serietà e letizia, siano creativi e propositivi, umili e coraggiosi, risolutamente determinati a ricomporre la frattura tra le generazioni”.

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