“Produzione di conoscenza” con un rigoroso impegno nel campo della ricerca bio-medica e sanitaria, “identificando delle priorità su cui disegnare i progetti”, al fine di “rispondere ai quesiti reali che nascono nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale”: si possono rappresentare così, in estrema sintesi, le finalità del Piano Nazionale della Ricerca Sanitaria 2017/2019, recentemente approvato dalla Conferenza Stato-Regioni.
Obiettivo fondamentale è la cosiddetta “ricerca traslazionale”, cioè una attività scientifica orientata a far giungere quanto più celermente possibile al letto del paziente, le conoscenze e le innovazioni che si acquisiscono al bancone del laboratorio.
Altrettanto strategica è la necessaria proiezione internazionale del lavoro scientifico che si sviluppa, anzitutto, nei nostri “Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico” (IRCCS), una tipologia di presidio sanitario del tutto originale e preziosa che il nostro sistema nazionale vanta, anche nei confronti degli altri Paesi.
Non a caso, appunto la “internazionalizzazione” della ricerca – volta, in primis, al contesto dell’Unione Europea, ma necessariamente ad ancora più vasto raggio – rappresenta il traguardo che il Ministero della Salute sollecita e sostiene con apposite iniziative, dalla “Rete IRCCS/DI per l’Europa”, alle “reti tematiche”, in particolare quella oncologica, neuroscientifica, cardiovascolare e la più recente, la rete degli istituti scientifici di area pediatrica (IDEA/Network), in cui sono largamente rappresentati IRCCS aderenti ad ARIS.