Ci si continua ancora a chiedere quale sia il significato di fondo della clonazione dei due macachi, riuscita nei giorni scorsi in Cina, dopo centinaia di tentativi abortiti. Abbiamo le nostre idee ma anche a noi viene lo scrupolo di chiederci se sia veramente o no un contributo sostanziale alla ricerca scientifica.
Parrebbe di no, almeno a giudicare da quel che si è constatato fin qui dal 1996, quando la clonazione ad Edimburgo della pecora Dolly, suscitò attese e speranze e poi cocenti disillusioni, ammesse anche da Ian Wilmut, lo scienziato che diresse quel primo esperimento.
Dunque i dubbi si spostano su un altro terreno. Può essere intesa come una stentorea affermazione del potere della scienza o il sottile, quasi impalpabile compiacimento dell'uomo ad ergersi a "demiurgo", padrone della vita e della morte? O c'è davvero chi coltiva in fondo al cuore l'attesa di poter clonare l'uomo? E allora forse la singolarita' di ciascuno di noi non e' del tutto incoercibile...
Se pur qualche dottor Stranamore ci volesse ridurre ad una sorta di meccano bio-molecolare, replicabile a piacimento, meno male che non viene mai meno la nostra ferma convinzione che è la libertà di cui siamo capaci a costituirci nella incomparabile ricchezza della nostra unicità, pur nella universalità della nostra figliolanza divina .