Il valore della vita trascende - o almeno così dovrebbe essere - ogni logica di schieramento politico.
Il caso di Verona fa riflettere ben al di là del clamore mediatico che ha suscitato.
È così scandaloso che un Consiglio Comunale voglia intervenire a favore di associazioni che intendono sostenere donne in difficoltà con la loro gravidanza, aiutandole a non abortire, attraverso azioni di "tutela sociale"; concetto quest'ultimo non certo in contraddizione almeno con il titolo della legge in oggetto?
Perché di questo si tratta, non d’altro.
È possibile, che questo di Verona sia un attacco all'arma bianca - o che non sia addirittura un complotto? - contro la 194, legge che si fregia nel titolo di volersi porre, appunto, a "tutela sociale della maternità" e, non a caso, prevede, nei suoi articoli introduttivi, anche procedure dirette a possibili interventi di carattere preventivo?
È possibile che in una società libera, aperta, democratica , laica, moderna, disincantata ci siano ancora argomenti - come appunto la 194 - che vengono eretti a "tabù'" ideologico cosicche', se appena sfiorati, anziché una discussione che ci può stare tutta, provocano alzate di scudi pregiudiziali e talvolta un tantino isteriche?
Sarebbe grave politicamente, inaccettabile moralmente, disgustoso sul piano del costume civile che la difesa della vita venisse assunta strumentalmente come argomento di propaganda di parte, ma sarebbe stupido - anzi lo e' - che un partito diventi una gabbia ideologica dove la libertà di coscienza non è più contemplata, talche' se la rivendichi, il tuo e' uno sgarro e sei segnato a dito.