E’ stato finalmente firmato il “Manifesto interreligioso dei Diritti nei percorsi del fine vita” tra varie confessioni religiose . Il Documento è il frutto di un intenso percorso, iniziato nel 2010, si è concluso recentemente a Roma presso il complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia. Una tappa importante che non a caso si è conclusa in concomitanza con lo storico viaggio di Papa Francesco in Arabia Saudita .
Voluto dal Tavolo interreligioso, dall’Hospice dell’Università Cattolica “Villa Speranza” (associato all’Aris), e dall’Asl Roma 1, il Manifesto definisce, in 9 punti, i diritti spirituali del morente, incentrati sul rispetto della persona, e garantisce, insieme alle cure, il rispetto della dignità e il supporto spirituale e religioso a chi si trova nella fase finale della vita ed è ricoverato in strutture sanitarie. Adoperarsi perché le strutture sanitarie siano in grado di rispettare questa dignità e rispondere a questi diritti è obiettivo primario del documento.
Ad apporre la propria firma rappresentanti di oltre 20 diverse confessioni religiose, dai cattolici agli islamici, dagli ortodossi ai buddisti, dagli evangelici agli induisti, dagli ebrei agli avventisti. Firmatari anche il Vicariato di Roma, Associazioni di volontariato, il Centro servizio per il volontariato del Lazio e Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato.
Soddisfazione è stata manifestata anche dal Ministro della Salute Giulia Grillo, che si è detta concorde con i 9 punti del documento, e pronta ad impegnarsi per darne attuazione nel concreto.
La firma del Manifesto interreligioso sul fine vita rappresenta un punto fermo importante nel processo di umanizzazione della medicina, e riaccende i riflettori sullo spinoso tema del fine vita. Rappresenta inoltre una opportunità di riflessione e di sensibilizzazione sul tema della dignità di ogni fase dell’esistenza, dall’inizio al suo naturale compimento, per riconoscerne il valore e la pienezza anche nei suoi ultimi istanti.