Sarà un caso o forse una recondita sintonia di intenti la coincidenza della nostra scelta di dedicare la prossima Assemblea Generale dell’ ARIS al tema “Economia e carisma – Gestire bene per servire meglio” con la riflessione che Papa Francesco ha rivolto ai membri del “Consiglio per un capitalismo inclusivo”, ricevuti in udienza in Vaticano lunedì scorso.
E’ un “no” forte e deciso ad un’economia senza etica quello che Francesco ha lanciato dinnanzi ai membri di un organismo internazionale impegnato a promuovere il superamento di un’economia di esclusione e la riduzione del divario che separa la maggior parte delle persone dalla prosperità di cui godono pochi. Bisogna raccogliere la sfida di realizzare un sistema economico «che - ha proseguito il Papa - non lascia indietro nessuno» e «che non scarta nessuno dei nostri fratelli e sorelle». Sfide che il Papa vuole condividere con i protagonisti di quello che sarà il mondo economico e finanziario del futuro, i giovani economisti di tutto il mondo convocati, come è noto, per il prossimo mese di marzo nella città del Serafico Nel sottolineare il senso di questo obiettivo, Francesco ha ribadito che oggi «è necessario e urgente un sistema economico giusto, affidabile e in grado di rispondere alle sfide più radicali che l’umanità e il pianeta si trovano ad affrontare». Da qui l’incoraggiamento «a perseverare lungo il cammino della generosa solidarietà e a lavorare per il ritorno dell’economia e della finanza a un approccio etico che favorisca gli esseri umani». Guardando alla storia più recente, in particolare alla crisi finanziaria che ha investito gran parte del capitalismo mondiale a partire dal 2008, il Papa ha osservato che «un sistema economico sano non può essere basato su profitti a breve termine a spese di uno sviluppo e di investimenti produttivi sostenibili e socialmente responsabili a lungo termine». Anche se l’attività imprenditoriale «è una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tutti» — ha riconosciuto citando la Laudato si’ — va ricordato comunque che «il vero sviluppo non può limitarsi alla sola crescita economica, ma deve favorire la promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo». Ciò significa che non basta «far quadrare i bilanci, migliorare le infrastrutture o offrire una più ampia varietà di beni di consumo». Occorrono piuttosto «un rinnovamento, una purificazione e un rafforzamento di validi modelli economici basati sulla nostra personale conversione e generosità nei confronti dei bisognosi». Un sistema economico «privo di preoccupazioni etiche», infatti, «non conduce a un ordine sociale più giusto, ma porta invece a una cultura “usa e getta” dei consumi e dei rifiuti». In definitiva, non si tratta semplicemente di «avere di più», ma di «essere di più». C’è bisogno dunque di «un profondo rinnovamento dei cuori e delle menti così che la persona umana possa essere sempre posta al centro della vita sociale, culturale ed economica».
Ed è questo uno degli obiettivi che ci poniamo di raggiungere riflettendo insieme su questo argomento nel corso della nostra assemblea generale del 4 dicembre prossimo, con l’aiuto di esperti economisti cole Leonardo Becchetti ed esperti in economia e carità cristiana come suor Alessandra Smerilli. Un appuntamento da non mancare.