Non li hanno voluti ricevere per discutere sulle criticità derivate dal D.D. 83/2020 e dalla DGRC 531/2021, e loro si presenteranno comunque di persona negli uffici regionali della Campania martedì 12 luglio p.v. alle ore 10,30. Ferma la decisione dei rappresentanti legali delle Associazioni che riuniscono strutture riabilitative – AISIC, ANFFAS, ANPRC, ARIS,CONFAPI e NOVA – nel denunciare la criticità delle stesse a causa della “malaburocrazia”, dovuta alla “carente applicazione di norme regionali – si legge nella lettera-denuncia - che le ASL hanno interpretato in maniera difforme e penalizzanti per le strutture riabilitative”. Una situazione più volte denunciata, senza mai ottenere tra l’altro una risposta alle ripetute richieste di incontro. Così, dopo l’ultimo tentativo di ottenere l’audizione e l’ennesimo “assordante silenzio” come risposta, hanno deciso di “autoconvocarsi” martedì prossimo.
La situazione è divenuta insostenibile da quando, dopo aver risposto prontamente alle richieste della Regione nel periodo della prima emergenza - pandemica, e nonostante abbiano comunque regolarmente corrisposto gli stipendi agli operatori senza ricorrere alla cassa integrazione nel periodo di forzata chiusura delle attività - al momento della riapertura in sicurezza si sono viste revocare il contributo regionale all’uopo stabilito e persino private anche del contributo sostitutivo stabilito dalla Regione, sino ad oggi mai erogato. Le associazioni dunque denunciano “la grave inadempienza delle ASL della Regione Campania nel rispettare le procedure previste dalla successiva regolamentazione”, cosa che di fatto blocca l’operatività delle strutture, con immancabile ricaduta in termini finanziari e anche in termini fiscali, e dunque sui bilanci aziendali, mettendo a rischio l’assistenza ai disabili campani, ai quali si dedicano quotidianamente 11 mila operatori.