La speranza di trovarsi di fronte ad una sanità italiana che possa garantire un’equità di accesso universale alle cure offrendo la medesima qualità di performance e assistenza ai cittadini da nord a sud del Paese, si fa sempre più lontana. E’ quanto dimostrato dalla XI edizione del rapporto “Le Performance Regionali”, realizzato da CREA Sanità. I dati evidenziati dal rapporto mostrano inequivocabilmente l’immagine, chiara quanto sconcertante, di un’ Italia sempre più spaccata in due, nella quale le regioni del centro-nord sono in grado di offrire un’assistenza sicuramente migliore di quella che possono offrire le regioni del sud del Paese, penalizzate e fortemente indietro, tanto da non poter garantire quasi nessuna delle dimensioni considerate e analizzate dal rapporto: appropriatezza, equità, sociale, innovazione, esiti e dimensione economico-finanziaria. Sono infatti solo 8 le regioni promosse (prime tra tutte Veneto, Trento e Bolzano), e scendendo verso il sud le restanti sono rimandate o bocciate.

Come se non bastasse, la novità di cui si è parlato quest’anno, l’autonomia differenziata, potrebbe rendere ancora più marcata questa discrepanza. “Il rischio che io vedo personalmente – ha detto il dott. Federico Spandonaro, Presidente del CREA Sanità in merito all’autonomia differenziata – che quello che potrebbe essere un meccanismo cooperativo tra le regioni rischi di diventare competitivo”.

Proprio in quest’ottica, ha proseguito il Presidente Spandonaro, il CREA si pone l’obiettivo di verificare che gli effetti dell’autonomia differenziata non generino arretramenti regionali, almeno rispetto ai LEA ma anche rispetto alla Performance complessiva. Un monitoraggio che verrà eseguito attraverso l’utilizzo di tre indicatori: il primo basato sulle variazioni dell’area delle performance peggiori regionali, il secondo sul numero di miglioramenti o peggioramenti di queste performance e il terzo sulla diversa dinamica registrata dagli indicatori nelle regioni a cui sarà riconosciuta un’autonomia differenziata in sanità, rispetto alle restanti.

Altra criticità discussa dalla tavola rotonda, tuttavia già assodata da tempo, la carenza del personale infermieristico. Dai risultati del CREA sembra proprio che le regioni che hanno ottenuto le peggior valutazioni siano quelle che riscontrano di più questa problematica.  

Gli ospiti dell’evento hanno infine espresso ottimismo in merito al DM77, considerato come un possibile rimedio al forte gap esistente tra Italia meridionale e settentrionale. In tal senso il Ministero del Lavoro ha costituito un tavolo di lavoro per seguire passo passo tutti i punti del DM77 e intervenire, in caso di negatività.

 

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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