Sono allarmanti i dati sull'Alzheimer scaturiti dalla terza ricerca realizzata dal Censis con l’Aim (Associazione italiana malattia di Alzheimer), con il contributo di Lilly, che ha analizzato l’evoluzione negli ultimi sedici anni della condizione dei malati e delle loro famiglie.
In Italia e a causa ci sono attualmente 600mila malati di Alzheimer. Si tratta tuttavia di una cifra destinata ad aumentare in maniera esponenziale a causa dell’invecchiamento della popolazione. L’Adi (Alzheimer’s Disease International) ha stimato a livello mondiale che in oltre 9,9 milioni i nuovi casi di demenza all’anno, cioè un nuovo caso ogni 3,2 secondi.
Il costo medio annuo per assistere questi pazienti in Italia è stato stimato pari a 70.587 euro pro capite, comprensivo dei costi a carico del Servizio sanitario nazionale, di quelli che ricadono direttamente sulle famiglie e dei costi indiretti (gli oneri di assistenza che pesano sui caregiver, i mancati redditi da lavoro dei pazienti, ecc.).
Moltiplicandolo per il numero dei malati la cifra fa paura: 42,352 miliardi di euro l’anno, di cui “solo” 11,364 miliardi per le cure sanitarie e assistenziali in senso stretto. Il grosso va per le cosiddette spese indirette, che in questo caso pesano per la quasi totalità sul caregiver, ovvero il familiare e/o i familiari che si prendono cura dei malati.
Per quanto riguarda i costi diretti, la quota più significativa è rappresentata dai costi legati all’assistenza informale (60,1%) che è al 100% a carico delle famiglie. Le spese sanitarie legate agli accessi all’Uva e ai ricoveri in strutture ospedaliere (totalmente a carico del Ssn) rappresentano il 5,1% del totale dei costi diretti, mentre le spese per l’accesso ai servizi socio-sanitari costituiscono il 19,1% dei costi diretti e sono articolate con quote più consistenti (70% e oltre) a carico del Ssn per l’assistenza formale, l’Adi, i centri diurni e un carico equamente ripartito tra Ssn e famiglie per i ricoveri in strutture socio-sanitarie e assistenziali come le Rsa.