Che nella sanità sarebbe possibile risparmiare diversi milioni, acquistando prodotti come bende, siringhe o stampelle a prezzi più convenienti di quelli attuali e soprattutto costituendo delle centrali di acquisto valide per più istituzioni se ne sono accorti anche in Svizzera, dove notoriamente i conti hanno un vero valore sociale. Sono i risultati di un'inchiesta condotta da Santésuisse (organizzazione mantello che raggruppa le casse malati) e riportata in questi giorni dai media. “Pazienti ed assicuratori – si legge nel resoconto dell'inchiesta - pagano ogni anno fino a 100 milioni di franchi di troppo in materiale medico, ossia bende, siringhe, tutori, stampelle e simili”.

A tale proposito, un esempio significativo è rappresentato dalle compresse emostatiche: 24 franchi la confezione da quaranta pezzi, in realtà fatturata alle assicurazioni 194 franchi" ha denunciato qualche giorno fa la trasmissione televisiva Kassensturz. In Svizzera l’Ufficio federale della sanità pubblica ha subito preso in considerazione la denuncia ed ha costatato che effettivamente i costi di alcuni prodotti sono troppo elevati, e ha già provveduto ad avviare una revisione del listino assicurando che sarà corretto entro il 2017. Lo stesso ufficio stima che, su scala nazionale, il potenziale di risparmio è di una ventina di milioni di franchi (a fronte dei 100 milioni stimati da Santésuisse)". E nel Bel Paese? Per quanto riguarda le centrali di acquisto il ministro Lorenzin ha assicurato che il cammino procede spedito. Quanto alla revisione dei prezzi ci sono ancora montagne da scalare. Questo per quanto attiene alla sanità pubblica. E per le nostre Istituzioni? Di reti e centrali di acquisto si parla da tempo ma sembra che le montagne di casa nostra siano un po' più alte di quelle Svizzere.

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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