Che gli ospedali privati no profit siano un risparmio per lo Stato, cominciano ad accorgersene tutti. Anche a livello di Governo, tanto è vero che tra le ipotesi ventilate attorno al tavolo di Palazzo Chigi su governance e patto della salute si comincia ad ipotizzare un sistema di rimborso drg anche per gli ospedali pubblici, in modo da coinvolgere l’ospedale in un sistema che incentivi le modalità terapeutiche (farmaci inclusi) e organizzative ritenute più efficaci e appropriate. Una misura che in tandem con i piani di rientro introdotti con la legge di Stabilità 2016 potrebbe aiutare a superare il rosso profondo della spesa farmaceutica H. E che potrebbe fare il paio con un fondo ad hoc «extra-tetto» per i farmaci innovativi (non solo Epatite C) e forse anche con modifiche del meccanismo del payback (e/o sconti sui ripiani del 10-20%), una tassa di fatto che con gli sfondamenti ormai cronici dell’ospedaliera causati dall’arrivo degli innovativi rischia di strozzare le imprese farmaceutiche e frenare investimenti e ricerca. Il nodo della farmaceutica s'è comunque riaggiornato ai primi di aprile. E le parti - Governo e Regioni - non è che siano così vicine. Anche se qualcosa comincia a intravedersi. L'ipotesi di inglobare la farmaceutica ospedaliera nei Drg lanciata dal sottosegretario De Vincent, convince infatti molto poco le Regioni le quali temono che la proposta finisca per addossare sui loro bilanci tutto lo sfondamento in materia. E così pensano ancora a due tetti (territoriale convenzionata, e non convenzionata tutta insieme) con valori diversi dagli attuali, ma che insieme fanno comunque un identico valore totale. Se ne riparlerà comunque dopo Pasqua.