Il Ministero del Lavoro, con nota n. 12 dell’11 aprile u.s., ha risposto ad un interpello formulato dall’Aris nel mese di luglio 2015 (a ridosso dell’entrata in vigore del Jobs Act) al fine di ottenere una rivisitazione, in un’ottica di maggiore flessibilità, delle interpretazioni precedentemente fornite in materia di lavoro a tempo determinato nel settore della ricerca.

Come noto, infatti, la l. 78/2014 ha previsto che “i contratti di lavoro a tempo determinato che abbiano ad oggetto in via esclusiva lo svolgimento di attività di ricerca scientifica possono avere durata pari a quella del progetto di ricerca al quale si riferiscono”.

A tal riguardo, tuttavia, il Ministero del Lavoro – pur confermando che tale disposizione riguarda anche gli IRCCS – ha precisato che il suddetto regime derogatorio è applicabile ai “contratti aventi ad oggetto attività operative collegate al progetto di ricerca”.

Inoltre, il Ministero del Lavoro ha ritenuto inderogabile il limite massimo delle cinque proroghe nell’arco dei 36 mesi ed ha pertanto affermato che “le eventuali  proroghe di un contratto avente ad oggetto attività di ricerca dovranno comunque intervenire entro il termine di 36 mesi, fermo restando che l’ultima proroga potrà determinare una durata complessiva superiore ai 36 mesi in quanto commisurata alla durata del progetto di ricerca”.

La risposta ministeriale presenta alcuni aspetti non chiari ed incoerenti con la realtà delle strutture sanitarie e, pertanto, l’Aris proporrà nuova istanza di interpello, con l’auspicio di ottenere interpretazioni che consentano una maggiore flessibilità nel settore della ricerca.

 

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