"I primi dati sul consuntivo del 2015 confermano le tensioni sul fronte della spesa sanitaria. I risultati di esercizio (considerando le aziende in avanzo e alcune correzioni) presentano un seppur limitato peggioramento: le perdite aumentano dagli 870 milioni del 2014 a circa 1 miliardo, quale effetto di una sostanziale invarianza dei ricavi a fronte di un lieve aumento dei costi. Considerando le ulteriori coperture contabilizzate nei CE (ma non ancora validate dai Tavoli di monitoraggio), nel complesso si registra un avanzo di 346 milioni rispetto all’utile di 148 milioni dello scorso anno". Questo quanto certificato nel rapporto 2016 della Corte dei Conti sul coordinamento della finanza pubblica. I giudici contabili sottolineano in particolare come, negli anni della crisi, il contributo del settore sanitario al risanamento sia stato di rilievo: "una flessione della spesa in media di 2 punti all’anno, in termini reali, tra il 2009 e il 2014". Tutto ciò ha fatto sì che si ampliasse ulteriormente il divario con gli altri Paesi in termini di risorse (pubbliche e private) destinate alla spesa sanitaria: "gli importi sono oggi inferiori della metà a quelli tedeschi e del 20 per cento a quelli francesi".
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Spesa sanitaria, cresce il delta tra Italia e UE
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