Misurare l’efficienza e la qualità dei servizi di un sistema sanitario è da sempre impresa ardua. Ma sul sistema sanitario italiano le famose classifiche non sembrano essere riuscite nel tempo a mostrarci dove si colloca veramente il nostro Ssn nel confronto internazionale. E in un’epoca di finanze ridotte e domanda di salute in costante crescita, dove è fondamentale gettare lo sguardo oltre le Alpi per analizzare le best practice nel mondo, è un problema e un limite non da poco. Sono passati sedici anni da quando nel World Health Report del 2000 l’Oms collocava l’Italia al secondo posto assoluto dopo la Francia. Il nostro paese ne ha fatto un vanto per anni anche se per la cronaca l’Oms non ha più pubblicato una statistica del genere e quegli indicatori a posteriori furono molto criticati.

Ma il punto è che in questi sedici anni la percezione che non fossimo secondi al mondo è cresciuta. Anche perché, nei vari tentativi succedutisi nel tempo di fare una vera e propria classifica dei sistemi sanitari, il nostro Paese non è che il podio lo abbia visto molte volte. E il riferimento è per esempio alla classifica redatta dall'Euro Health Consumer Index (EHCI), che combina i dati statistici sanitari ufficiali al livello di soddisfazione dei cittadini, e che ci ha visto crollare dal 16° posto del 2008 al 22° del 2015. Insomma per questo istituto di ricerca eravamo a metà classifica e ora siamo in zona retrocessione. Ma soprattutto il rapporto EHCI fotografa la nostra estrema eterogeneità: “L'Italia ha la più grande differenza riferita al pro capite tra le regioni di qualsiasi paese europeo. Il PIL della regione più povera è solo 1/3 di quello della Lombardia (la più ricca). Anche se in teoria l'intero sistema sanitario opera sotto un ministero centrale della salute, il punteggio dell’Italia è un mix tra il verde (livello alto) da Roma in su e il rosso (livello più basso) per le regioni meridionali”. Uno dei rapporti più completi, che però non produce una vera e propria classifica globale è invece il Rapporto Health at a Glance curato dall’Ocse che vede l’Italia al 4° posto per aspettativa di vita. Ma solo al 18° per livello di spesa. E in questo senso il trend dei vari indicatori è altrettanto altalenante ed eterogeneo: “Molti indicatori sull’assistenza primaria e ospedaliera sono al di sopra della media, tuttavia l’Italia rimane arretrata rispetto ad altri paesi sull’assistenza agli anziani e la prevenzione e in ritardo anche l’incremento dell’uso dei farmaci generici”. Ma alla fine come si posiziona il nostro Ssn nel confronto con gli altri sistemi in Europa e nel Mondo? Forse un indice completo e veritiero ancora non esiste. Il quadro però che emerge è chiaro: la sanità italiana è eterogenea, frammentata, divisa, con picchi di eccellenza e picchi di mediocrità. Insomma al di là dei numeri il nostro Ssn può essere un paradiso ma pure un incubo.

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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