Ormai ci siamo: il pianeta delle assicurazioni si candida ufficialmente a sostenere un Ssn sempre più in affanno. Perché «come nel caso della previdenza, anche nel campo della sanità e dell'assistenza l'assicurazione può svolgere un ruolo determinante nel garantire la sostenibilità del sistema nel lungo termine. Negli ultimi 20 anni - si legge nella Relazione del presidente dell'ANIA - la spesa pubblica per la sanità è cresciuta a tassi superiori a quelli del Pil in tutti i Paesi Ocse. Negli stessi Paesi, l'incidenza media sul Pil della spesa pubblica per sanità e assistenza, oggi pari a circa il 6%, è prevista salire al 9% nel 2030 e al 14% nel 2060. L’Italia non fa eccezione a questi trend. Il peso della spesa sanitaria pubblica rispetto al Pil è grosso modo in linea con quello degli altri maggiori Paesi europei, ma è di tutta evidenza che una sua crescita significativa non sarebbe sostenibile. A maggior ragione perché già oggi alcune criticità caratterizzano il nostro sistema sanitario».
Conseguenze tangibili di questa difficoltà sono il fenomeno delle liste di attesa - spiegano ancora i vertici dell’Associazione nazionale delle imprese assicuratrici - è il fatto che gran parte della spesa sanitaria privata è di tipo out-of-pocket, ossia sostenuta direttamente dai cittadini. Anche nell'area dell'assistenza agli anziani non autosufficienti (Long-Term Care) servono riforme per rendere più efficiente e sostenibile il sistema. «Sul terreno della sanità e dell'assistenza - prosegue Farina - siamo convinti della necessità di promuovere nel nostro Paese un framework analogo a quello della previdenza, con il ruolo centrale attribuito alle prestazioni pubbliche e un ruolo complementare affidato agli operatori privati, in linea con scelte già compiute in altri Paesi europei. Bisogna definire un sistema che integri operatori pubblici e privati, in un quadro unitario di regole a tutela degli assistiti, utilizzando lo strumento della compartecipazione alla spesa e quello della fiscalità per garantire equità e finalizzazione delle risorse a vantaggio della protezione delle famiglie. Siamo altresì convinti dell'importanza del ruolo che, per tali bisogni, può essere svolto dal welfare aziendale che, pertanto, deve essere incentivato nella contrattazione bilaterale». Ma capiterà come negli USA dove prima ti chiedono la carta di credito o se hai l'assicurazione e poi decidono se curarti o no?