“Ho deciso, smetto di fumare, uso la sigaretta elettronica”. Oggi sono sempre di più coloro che per voltare le spalle alle sigarette si rivolgono al dispositivo elettronico. Quanti in effetti ci riescono? E le “e-cig” saranno veramente innocue come dicono? Una review pubblicata sul New England Journal of Medicine fa il punto della situazione, fornendo dati non molto confortanti, su una questione sempre più controversa.
Ritenuti la più salutare alternativa alla sigaretta vera, i sistemi elettronici per il rilascio della nicotina sono nati per facilitare la graduale disassuefazione al fumo; gli autori dell’articolo affermano però che non esistono prove certe e risultati univoci in questo senso. Inoltre questi dispositivi dovrebbero essere utilizzati per un breve periodo, poche settimane, per permettere l’allontanamento dalla sigaretta, e non diventare un sostituto a lungo termine. Del resto nessuno può affermare con esattezza che i liquidi contenuti nelle e-cig e le sostanze presenti nell’aerosol di questi dispositivi non siano nocivi per l’individuo. In particolare, nella composizione dell’aerosol è stata evidenziata la presenza di una serie di sostanze di natura cancerogena, anche se in concentrazioni minori rispetto alle sigarette.
A preoccupare gli esperti sono i numeri correlati a questo fenomeno. Sul mercato statunitense sono presenti 466 marche di e-cig e 7.764 tipi di liquidi. Ad utilizzare i dispositivi non sono solo i fumatori abituali, ma anche coloro che non facevano uso di sigarette, specie giovani, in particolare adolescenti. Nel 2013, negli Usa 263 mila ragazzi della scuola media inferiore e superiore si sono accostati alla sigaretta elettronica, pur non essendo fumatori. Il timore è che le e-cig possano costituire una via preferenziale per innescare il vizio del fumo e non un metodo per smettere. Secondo i ricercatori il motivo di questo fenomeno attrattivo va ricercato nelle campagne pubblicitarie adottate, che hanno particolare presa sui ragazzi, e sugli aromi utilizzati in questi dispositivi. Il problema è dunque ancora lungi dal trovare soluzione, per questo gli autori della review raccomandano di continuare a portare avanti campagne anti-fumo che scoraggino l’utilizzo sia delle sigarette che delle e-cig.       

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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