"Mi sono chiesto più volte quali fossero gli ultimi della società attuale. Mi sono risposto: i non nati, concepiti, ma non nati. Essi non hanno né voce né volto".
Così il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, al Convegno sui 10 anni dell'Associazione Scienza & Vita, svoltosi a Roma il 29 maggio 2015.
Il concetto della sacralità della vita, dal suo inizio fino al suo termine naturale, è stato ribadito da Bagnasco, che ha posto l'accento sulla indisponibilità dell'esistenza alla "manipolabilità totale da parte dell'uomo", definendo "sacro tutto ciò che non è disponibile".
"Questo vuol dire - ha spiegato il porporato - accettare e accogliere la realtà. Infatti l'uomo può togliersi la vita, ma non può donarsela".
E ancora "…la natura è manipolabile, è il mandato stesso del Creatore. Ciò che critichiamo, però, va cercato nell'attributo "totale", con il quale si indica che tale azione non ha limiti".
Quali limiti dunque? Fin dove possiamo spingerci?
La scienza - ha continuato il Presidente della CEI - non è puramente oggettiva … né assoluta. Ha bisogno di interpretazioni e di correzioni; non deve però avere paura della fede… così come quest'ultima ha bisogno di una comprensione sempre più approfondita dell'uomo e non può non mettersi in ascolto della scienza e stimare le potenzialità della tecnologia. Purché tutto ciò avvenga alla luce di una concezione antropologica integrale…".
In questo scenario ritorna prepotente il binomio fede e ragione, religione e ragione, la cui relazione Bagnasco definisce virtuosa.
"Dobbiamo procurare - raccomanda - una salutare interazione e integrazione tra scienza e vita, in modo che le scoperte scientifiche e tecnologiche giovino realmente all'uomo e siano concepite come servizio alla vita … e si discostino dalle logiche del potere, in particolare quello economico, ancora più invasivo. Finalizzando tutto al profitto, esso influisce fortemente sulla morale sociale, celando questo suo fine dietro una presunta ricerca del benessere".
Il Cardinale Bagnasco: la scienza sia al servizio della vita e non del profitto
- Ufficio Comunicazione