Nei prossimi dieci anni potrebbero mancare all’appello 7.280 medici specialisti ospedalieri, circa 730 l’anno, tenendo conto che nello stesso periodo una media di circa 4.720 camici bianchi andranno in pensione. È  l’allarme lanciato da uno studio di Anaao Assomed su «Il fabbisogno di personale medico nel Ssn dal 2016 al 2030. La relazione tra pensionamenti, accessi alle Scuole di Medicina e Chirurgia e formazione post-laurea». Un’analisi dalla quale emerge chiaramente che la quadratura del cerchio tra curve di pensionamento, contratti specialistici Miur, fabbisogni specialistici richiesti dalle Regioni e numero chiuso per l'accesso alle Scuole di Medicina e Chirurgia, aldilà delle buone intenzioni, resta una chimera e se non si trova una soluzione subito il nostro Ssn rischia nel breve termine di trovarsi a secco di nuovi camici bianchi e privo degli operatori più esperti andati in pensione. Il risultato: decadimento della qualità generale dei servizi.

Le soluzioni proposte: sbloccare il turnover con la stabilizzazione di tutto il precariato, recuperare un ruolo formativo del sistema sanitario pubblico, con una collaborazione più stretta fra l'Università e gli Ospedali, che devono essere coinvolti, in tutta la rete ospedaliera, per consentire agli specializzandi di svolgere le indispensabili attività pratiche.

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