Resta solo il sì della Camera e il ddl sulla responsabilità professionale e sicurezza delle cure dovrebbe essere definitivamente approvato. L’assemblea di Montecitorio aveva già pronunciato il suo primo sì lo scorso 28 gennaio, il provvedimento è poi passato di nuovo all’esame del Senato, che ha dato il suo placet in seconda lettura, con 168 voti favorevoli, 8 contrari e 35 astenuti. Ora ai deputati spetterà il compito di dare il via libera finale, si auspica entro la fine di febbraio 2017.
Molte le attese per questo decreto che dovrebbe regolamentare questa materia, con particolare riferimento al rapporto medico-paziente,” fornendo maggiori tutele sia ai cittadini che a coloro che operano nel settore della salute” – aveva spiegato Federico Gelli, relatore alla Camera per il ddl, nel suo intervento all’Assemblea Generale dell’Aris lo scorso settembre.
Maggiore trasparenza quindi per i cittadini danneggiati da un errore sanitario, e miglioramenti in termini di sicurezza e tempestività nel risarcimento dei danni subiti, e più serenità per gli esercenti la professione sanitaria nello svolgimento del proprio servizio. Le modifiche della disciplina giurisprudenziale apportate dal ddl dovrebbero garantire una considerevole diminuzione del contenzioso medico-legale, che ha determinato un notevole incremento del costo delle polizze assicurative per strutture sanitarie e professionisti, per le quali saranno stabiliti dei requisiti minimi, e arginare il fenomeno della medicina difensiva, con conseguente risparmio di risorse economiche.
Nel passaggio al Senato il testo ha subito diverse modifiche come l’allestimento da parte delle strutture sanitarie e sociosanitarie di una relazione annuale consuntiva sugli eventi sfavorevoli verificatisi all’interno delle stesse; l’affidamento dell’elaborazione delle linee guida anche ad enti, istituzioni, associazioni tecnico-scientifiche che operano in sanità, oltre che alle Società Scientifiche; l’obbligo per le direzioni sanitarie delle strutture di fornire le cartelle cliniche entro 7 giorni ai pazienti che ne fanno richiesta. E ancora, l’esclusione della responsabilità penale per imperizia per gli esercenti le professioni sanitarie nei casi in cui siano state rispettate le raccomandazioni previste dalle linee guida; il tentativo obbligatorio di conciliazione per coloro che vogliono avviare un’azione legale di natura civile; la responsabilità civile di natura extracontrattuale per i sanitari che operano nel settore pubblico, salvo che abbiano agito nell’adempimento di obbligazione contrattuale assunta con il paziente; l’azione di rivalsa nei confronti dei professionisti, che dovrà essere esercitata dal pubblico ministero presso la Corte dei Conti. In ultimo l’obbligo per le strutture sanitarie e sociosanitarie di assicurarsi anche per i danni causati dal personale a qualunque titolo, e di istituire un Fondo rischi per il risarcimento dei sinistri, non sottoponibile ad esecuzione forzata.
Viva soddisfazione per l’approvazione al Senato del ddl è stata espressa dal ministro della Salute Lorenzin, che lo ha definito “un importante passo avanti per il sistema sanitario del Paese”.