E' vero: non ci sono atti formali ma è certo che la Regione Lazio sta lavorando a un progetto per facilitare l’accesso all’aborto farmacologico con la pillola Ru486. Proprio in questi giorni infatti un tavolo tecnico sta predisponendo un documento per la sperimentazione, che avverrà per il momento in alcune Asl. “A conclusione di questa attività di studio e di lavoro – spiegano dall’ufficio stampa della Regione - si adotteranno le misure ritenute più efficaci e proprie”. Tradotto in termini più chiari significa la possibilità di offrire la RU486 anche nei consultori familiari, mentre ora per la somministrazione della pillola abortiva è necessario il ricovero in ospedale. Analogo provvedimento sarà adottato in Toscana a partire dal 18 aprile. Dicono che lo fanno per difendere i diritti delle donne rendendo più semplice e sbrigativo il ricorso all'aborto. Si invocano “le direttive dei Piani Operativi approvati dal Ministero della Salute”, ma in realtà si tende a snellire la trafila per abortire e per superare di slancio l'ostacolo dell'obiezione di coscienza. E ci si avvicina sempre di più ad una sorta di aborto “fai da te”. Forse il prossimo passaggio sarà il kit per la pratica aliquid in domum suam (ciascuno in casa sua).