Papa Francesco visiterà Barbiana e pregherà sulla tomba di don Lorenzo Milani martedì 20 giugno 2017, 50 anni dopo la morte del priore del piccolo e remoto borgo mugellano. La visita si svolgerà in forma riservata e non ufficiale e prevede un incontro del Papa con i discepoli di don Milani, un gruppo di sacerdoti fiorentini e alcuni ragazzi seguiti da realtà caritative, di intervento sociale, ed educativo della diocesi. Un gesto forte, che riporta pienamente nel seno della Chiesa italiana e universale il priore di Barbiana, il cui libro “Esperienze pastorali” fu fatto ritirare dal commercio nel 1958 dopo le critiche arrivate dalla gerarchie ecclesiastica e che fu attaccato anche per le sue posizioni sull’obiezione di coscienza. Papa Francesco ha voluto porre rimedio a questa situazione. Lo ha spiegato in un videomessaggio nell’annunciare la sua visita. E lo ha fatto commentando le sue parole: “ ‘Non mi ribellerò mai alla Chiesa perché ho bisogno più volte alla settimana del perdono dei miei peccati, e non saprei da chi altri andare a cercarlo quando avessi lasciato la Chiesa’ Così scrisse don Lorenzo Milani, priore di Barbiana, il 10 ottobre 1958. Vorrei proporre questo atto di abbandono alla Misericordia di Dio e alla maternità della Chiesa come prospettiva da cui guardare la vita, le opere ed il sacerdozio di don Lorenzo Milani. Tutti abbiamo letto le tante opere di questo sacerdote toscano, morto ad appena 44 anni, e ricordiamo con particolare affetto la sua “Lettera ad una professoressa”, scritta insieme con i suoi ragazzi della scuola di Barbiana, dove egli è stato parroco. Come educatore ed insegnante egli ha indubbiamente praticato percorsi originali, talvolta, forse, troppo avanzati e, quindi, difficili da comprendere e da accogliere nell’immediato. La sua educazione familiare, proveniva da genitori non credenti e anticlericali, lo aveva abituato ad una dialettica intellettuale e ad una schiettezza che talvolta potevano sembrare troppo ruvide, quando non segnate dalla ribellione. Egli mantenne queste caratteristiche, acquisite in famiglia, anche dopo la conversione, avvenuta nel 1943 e nell’esercizio del suo ministero sacerdotale. Si capisce, questo ha creato qualche attrito e qualche scintilla, come pure qualche incomprensione con le strutture ecclesiastiche e civili, a causa della sua proposta educativa, della sua predilezione per i poveri e della difesa dell’obiezione di coscienza. La storia si ripete sempre. Mi piacerebbe che lo ricordassimo soprattutto come credente, innamorato della Chiesa anche se ferito, ed educatore appassionato con una visione della scuola che mi sembra risposta alla esigenza del cuore e dell’intelligenza dei nostri ragazzi e dei giovani.”
Solo una settimana dopo, il 26 giugno, l’Associazione “Casa Famiglia Rosetta” onlus, dedicherà a Don Lorenzo Milani un’intensa giornata di studio presso il Palazzo Duca di Villarosa Notarbartolo a Caltanissetta sul tem,a “Don Milani: la nuova sanità che muove il mondo”. Don Vincenzo Sorce, presidente dell’Associazione “Casa Famiglia Rosetta” onlus e vice presidente dell’ARIS introdurrà la serie dei numerosi e qualificatissimi interventi in programma.
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