Con l'approvazione definitiva del decreto correttivo in consiglio dei ministri si completa il cantiere delle regole della riforma Pa scritte per contrastare l'assenteismo negli uffici pubblici. In particolare, il provvedimento che sarà varato dal governo blinda le procedure sprint, da chiudere entro 30 giorni, per la sospensione prima e il licenziamento poi di chi timbra l'entrata e poi non va in ufficio. Del licenziamento in 30 giorni per i dipendenti pubblici assenteisti colti in flagrante si parla da oltre un anno perché il decreto sul tema, uno dei primi a essere approvato nel ricco pacchetto attuativo della delega Madia, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 20 giugno del 2016. A imporre il correttivo non sono particolari errori del primo provvedimento, ma la sentenza costituzionale 251 del 2016, depositata a fine novembre, che ha imposto di ottenere l'intesa con Regioni ed enti locali, e non il più semplice “parere”, per tutte le materie che riguardano competenze territoriali. Il correttivo in via di approvazione, del resto, non modifica l'impianto del provvedimento iniziale, ma grazie all'intesa serve a evitare il rischio di ricorsi contro le procedure avviate in base al vecchio provvedimento (i cui effetti vengono fatti salvi dal nuovo).