Sprechi e corruzione inigantiscono la spesa sanitaria in Italia.  Ma sembra che questo malcostume sia in comune con tanti altri Pasi. Il rapporto OCSE «Tackling Wasteful Spending on Health» 2017 riferisce che in media nei paesi OCSE un quinto della spesa sanitaria andrebbe utilizzato meglio perché non migliora gli outcome di salute. Di questa media non entra nel dettaglio, ma cita tre studi (statunitense, australiano e olandese) ciascuno con calcoli precisi riferiti alla propria realtà nazionale. Nel report OCSE si analizzano poi singole spese e procedure, sottolineando le differenze, spesso rilevanti, tra i diversi stati membri. Gli sprechi in Italia sono invece stati conteggiati dall’ultimo rapporto Gimbe 2016 sulla sostenibilità del SSN, secondo cui ammonterebbero esattamente a 22,51 miliardi, ovvero al 20% del totale della spesa sanitaria 2016 di 112,54 miliardi.

Il dato deriva dalla trasposizione in Italia della valutazione degli sprechi del sistema sanitario statunitense fatta da Berwick e Hackbarth e pubblicata nel 2012 su JAMA 1. Nel lavoro, vengono individuate sei possibili categorie di sprechi (frodi ed abusi, overtreatment, complessità amministrativa, acquisti a costi eccessivi, inadeguato coordinamento dell’assistenza e sottoutilizzo) e vengono sommate le stime più basse per ciascuna categoria, il cui totale è pari ad 1/5 della spesa totale americana per il servizio sanitario.Ma gli sprechi statunitensi sono davvero traslabili in Italia?
Sicuramente i costi sono differenti: la spesa sanitaria in USA rappresenta il 16.4% del pil per un totale di circa $ 3.1 trilioni/anno per 325 milioni di abitanti, contro l’ 8.8% dell’ Italia.Nel 2015 la spesa sanitaria americana pro-capite è stata di 9541 dollari, ovvero due volte e mezza la media dei paesi OCSE, in Italia di soli 3272 dollari l’anno (un terzo di quella statunitense e comunque al di sotto di tutti i principali paesi europei ). La sanità americana è più costosa ma non la migliore- Gli Stati Uniti hanno poi tassi di povertà e di disuguaglianza più elevati rispetto alla maggior parte dei paesi ad alto reddito: sono all'ultimo posto per l'accessibilità del sistema sanitario, con un notevole distacco dal paese penultimo classificato, la Svizzera.Nonostante le importanti diseguaglianze sociali, se gli esiti di salute vengono disaggregati per reddito e scolarità, si riscontra che anche le classi sociali più alte hanno una salute peggiore delle corrispettive europee.

Pur in presenza di innegabili sprechi, la sanità italiana è più efficiente di altre in Europa: secondo la classifica dei sistemi sanitari elaborata dal Lancet13, sulla base dei dati del Global burden of desease, su 195 paesi l’ Italia si classifica al dodicesimo posto, tre posizioni sopra la Francia e meglio della Germania, solo ventesima, mentre il Regno Unito è al trentesimo posto e gli Stati Uniti addirittura al 35esimo. Secondo la classifica stilata dal Bloomberg Global Health Index inoltre, l’Italia ha in assoluto la miglior salute del pianeta, considerando indicatori tra cui la durata media della vita, la nutrizione, la salute mentale e fattori di rischio come tabagismo o pressione sanguigna.

 

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

Scarica il questionario