Anche i medici scendono in campo contro il definanzimento della sanità. Medici e dirigenti sanitari infatti hanno proclamato lo stato di agitazione contro gli scarsi stanziamenti per la sanità pubblica ed il rinnovo dei contratti in legge di Bilancio. Le principali organizzazioni sindacali che rappresentano circa 100 mila medici e dirigenti sanitari, contestano inoltre il mancato adeguamento del fabbisogno del Fsn in riferimento alla erogazione dei nuovi Lea per i cittadini ed alla incidenza dei costi contrattuali per il personale, la fase di stallo delle trattative per il rinnovo dei contratti, il mancato riconoscimento delle caratteristiche di gravosità ed usura riconosciute ad altre categorie professionali. La legge di bilancio 2018- sostengono - persevera, al di là dell’incremento nominale, nel definanziamento della sanità pubblica, sia in termini di risorse realmente disponibili sia in rapporto al PIL, non adeguando il fabbisogno del FSN in riferimento alla erogazione dei nuovi LEA per i cittadini ed alla incidenza dei costi contrattuali per il personale. Ministero della Salute e Regioni, denunciano i medici, lavorano ad una determinazione dei fabbisogni di personale che taglia gli organici e comprime il tempo di cura, peggiorando la qualità dell’assistenza e della prevenzione. Per tutti questi motivi essi si acingono ad avviare una campagna di informazione rivolta ai cittadini per spiegare chi "toglie loro le possibilità di cura". Questo il programma previsto per lo stato di agitazione: da lunedì 20 novembre inizierà il rispetto assoluto dell'orario previsto dal contratto. Il 23 e 24 novembre organizzate assemblee di due ore nelle Aziende sanitarie sul contratto di lavoro e sui fondi contrattuali. Il 30 novembre ci sarà a Roma una riunione degli Esecutivi nazionali delle organizzazioni sindacali per spiegare le ragioni di una o più giornate di sciopero nazionale che si terranno nel periodo compreso tra dicembre 2017 e febbraio 2018.