Fronteggiare una vera propria emergenza sociale, quella della dipendenza dal gioco d’azzardo, nel territorio della provincia di Caltanissetta è l’impegno dell’Associazione Casa Famiglia Rosetta porta avanti da tempo. Un lavoro gravoso che deve confrontarsi con cifre significative: nel 2016, nei Comuni del Nisseno, sono state dilapidate cifre che superano i 121 milioni di euro. Per contrastare un fenomeno che appare sempre più in crescita e dilaga su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo uomini, ma anche donne e adolescenti, gli operatori dell’Associazione siciliana hanno voluto coinvolgere anche i sindaci del territorio, nella consapevolezza che solo un impegno e una collaborazione in rete può rendere realmente proficuo ogni intervento, anche preventivo.
Ad essere colpiti da questa dipendenza sono anche imprenditori, professionisti, docenti, insospettabili padri e madri di famiglia. Un universo sommerso che emerge poi in modo rovinoso, portando gli affetti da ludopatia a perdere tutto: lavoro, posizione economica, affetti, dignità.
Si tratta di una emergenza sociale – spiegano gli operatori di Casa Famiglia Rosetta - che necessita della messa in comune di varie competenze: medici, operatori delle strutture ospedaliere e delle comunità, farmacisti, assistenti sociali, ma anche vigili urbani, parroci, docenti e tutte le figure che in un certo senso possono “sorvegliare” il territorio. E’ necessario sollecitare in primo luogo la collaborazione dei sindaci e delle amministrazioni locali, che si impegnino a supportare tutte le iniziative messe in atto, sia operative in senso stretto che di prevenzione. Resta naturalmente preminente il ruolo delle famiglie, che hanno sempre più l’evidente necessità di verificare un accompagnamento tangibile all’interno di un percorso spesso molto complesso.
Attualmente nel Centro di prevenzione e cura del Gioco d’azzardo patologico “San Camillo de Lellis”, che fa riferimento a Casa Famiglia Rosetta, sono in trattamento 115 soggetti, 35 giocatori con 40 famiglie coinvolte.