“Spero che queste pagine siano utili perché tutta la Chiesa si dedichi a promuovere il desiderio della Santità. Chiediamo che lo Spirito Santo infonda in noi un intenso desiderio di essere santi per la maggior gloria di Dio e incoraggiamoci a vicenda in questo proposito. Così condivideremo una felicità che il mondo non ci potrà togliere”. Si conclude con queste parole la “Gaudete ed Exsultate”, l’Esortazione Apostolica di Papa Francesco sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo diffusa lunedì mattina 9 aprile.
Come avverte nell’introduzione lo stesso Papa Francesco non si tratta di un trattato sulla santità con annesse definizioni e distinzioni che potrebbero comunque arricchire la tematica trattata, o con tutte quelle analisi che si potrebbero elaborare sulla santità. Obiettivo del Papa è “far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale” con tutti i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità.
Il documento si articola in cinque capitoli:
1) La chiamata alla santità. Ogni cristiano è chiamato alla santità, qualunque sia il suo stato, poiché ognuno è parte di un progetto di Dio. E non bisogna avere paura della santità perché non toglie le forze e le energie. Anzi è un invito a puntare alto.
2) Due sottili nemici della santità. Gli unici due nemici della santità sono lo0 gnosticismo attuale che porta a vivere una mente senza Dio e dunque senza carne; il pelagianesimo attuale, quello che contraddistingue una volontà senza umiltà.
3) Alla luce del Maestro. Per arrivare alla santità è necessario un buon cristiano e per essere un buon cristiano che ognuno a suo modo faccia quello che dice Gesù nel discorso sulle beatitudini.
4) Alcune caratteristiche della santità nel mondo attuale. I mezzi per giungere alla santità Papa Francesco li identifica in cinque punti: a) sopportazione, pazienza, mitezza; b) gioia e senso dell’umorismo; c) audacia e fervore; d) vivere la comunità; e) costante preghiera.
5) Combattimento, vigilanza e discernimento. Non si tratta solo di combattere contro il mondo e la mentalità mondana che inganna né contro la propria fragilità ma si tratta di combattere contro il diavolo. Il cammino verso la santità è contrassegnato da una lotta costante con le armi della fede e della preghiera, con la meditazione delle parole di Dio. Altro nemico da sconfiggere è la corruzione spirituale: non addormentiamoci spiritualmente per non correre il rischio di cadere in una sorta di stordimento che ci impedisce di riconoscere il peccato. Bisogna esercitare il discernimento, cioè la buona capacità di ragionare con l’assistenza dello Spirito Santo. Dobbiamo saper ascoltare quanto Dio ci dice attraverso tanti modi diversi. Solo chi è disposto ad ascoltare impara a rinunciare al proprio punto di vista che è sempre parziale e insufficiente. Bisogna entrare, in una parola, nella logica del dono e della croce. Questa è la via alla santità.