E’ in programma il prossimo 28 aprile la campagna congiunta che ha accomunato la Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro (SafeDay) e la Giornata mondiale contro il lavoro minorile (WDACL). L’iniziativa è nata per migliorare la sicurezza e la salute dei giovani lavoratori e promuovere la fine del lavoro minorile. Essa mira ad accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG), compreso l'obiettivo 8.8 - che ha lo scopo di difendere i diritti dei lavoratori, promuovere la sicurezza sul posto di lavoro e garantire la protezione di tutti i lavoratori sul posto di lavoro entro il 2030 - e l’obiettivo 8.7, che punta a porre fine al lavoro minorile, in tutte le sue forme, entro il 2025.

I 541 milioni di giovani lavoratori (tra i 15 ei 24 anni), 37 milioni dei quali sono impiegati in lavori pericolosi, rappresentano oltre il 15% della popolazione attiva mondiale, e subiscono incidenti mortali per il 40% in più rispetto ai lavoratori con più di 25 anni. Sono molti i fattori che possono aumentare la vulnerabilità dei giovani ai rischi di SSL: lo stadio di sviluppo fisico e psicologico, la mancanza di esperienza lavorativa, di formazione e di competenze professionali, la conoscenza limitata dei rischi legati al lavoro, oltre che una inadeguata capacità di negoziazione. Tutto questo può portarli ad accettare incarichi che non presentano condizioni lavorative adeguate.

La campagna SafeDay 2018 sottolinea l'importanza di affrontare queste sfide, migliorando la sicurezza e la salute dei giovani lavoratori, non solo per promuovere un'occupazione giovanile dignitosa, ma anche per unire gli sforzi a quelli della lotta contro il lavoro minorile.

E’ un’occasione per richiamare i datori di lavoro agli obblighi legislativi in materia di sicurezza e salute sul lavoro. 

In Italia, con la legge n. 296 del 2006, si è stabilito che dal 1° gennaio 2007 l’obbligo scolastico debba essere esteso per almeno 10 anni, per cui l’età minima per accedere al lavoro passa da 15 a 16 anni. Tuttavia, ad opera del d.lgs. n. 167/2011, il legislatore ha stabilito che possono essere assunti con il contratto di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale, in tutti i settori di attività e anche per l’assolvimento dell'obbligo scolastico, i soggetti della fascia d’età compresa tra i 15 e i 25 anni.

“In virtù di tale precetto può dunque concludersi – scrive su Quotidiano della Sanità Domenico Della Porta, Presidente Osservatorio Nazionale Malattie Occupazionali e Ambientali dell’ Università degli Studi di Salerno - che ad esclusione della fattispecie del contratto di apprendistato per la qualifica e per il diploma  professionale, stipulabile dall’adolescente quindicenne, tutte le altre tipologie contrattuali di lavoro potranno essere concluse da giovani di 16 anni, fermo restando l’assolvimento dell’obbligo scolastico (ovviamente ad esclusione dei contratti di apprendistato professionalizzante o di alta formazione e ricerca, per i quali l’età minima di stipulazione è fissata in anni 18, anticipabile a 17 per coloro i quali siano già in possesso della qualifica professionale di cui al d.lgs. n. 226/2005)”.

Ecco perché alla luce dell’art.28 del d.lgs 81/2008 viene imposto al datore di lavoro una specifica valutazione dei rischi lavorativi più attenta ed approfondita, con particolare riguardo alle seguenti circostanze:

 - sviluppo non ancora completo, mancanza di esperienza e di consapevolezza nei riguardi dei rischi lavorativi esistenti o possibili in base all’età;

 - mancanza di conoscenza delle attrezzature e della sistemazione del luogo e del posto di lavoro;

 - inesperienza circa gli effetti dell’esposizione agli agenti chimici, biologici e fisici;

 - ignoranza nella corretta movimentazione manuale dei carichi;

 - pianificazione dei processi di lavoro e dello svolgimento del lavoro e della loro interazione sull'organizzazione generale del lavoro;

 - mancanza di adeguata informazione, formazione ed addestramento dei minori in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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