Nessun allarmismo sui provvedimenti riguardanti l'appropriatezza degli esami e soprattutto il riconoscimento del ruolo fondamentale del medico nel territorio. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha affrontato l'assemblea del 71esimo congresso nazionale della Fimmg sul delicato problema dell'annunciato taglio degli esami clinici spiegando che si tratta in realtà dell'avvio di un percorso della durata di almeno dieci anni per una sanità più efficiente e in grado di rispondere alle esigenze dei pazienti.
"Non si taglia proprio niente - ha assicurato l'esponente del governo - ma stiamo parlando di 208 prestazioni minori che non verranno abolite perché ciascun medico potrà effettuarle quando lo ritiene opportuno". "L'appropriatezza - ha precisato Lorenzin - è l'atto necessario per la persona giusta al momento giusto e viene deciso solo dal medico. Per ciascuna di queste prestazioni viene indicato cosa fare in base a determinati parametri, ma il medico può derogare e fare quello che ritiene giusto e se serve lo scrive e lo motiva". Lorenzin si è poi chiesta, a proposito delle preoccupazioni su eventuali sanzioni, quanti potrebbero essere i medici richiamati. "Quelli che hanno commesso abusi abnormi e che in gran parte hanno già davanti i carabinieri", ha tagliato corto. Il ministro ha poi voluto puntualizzare che il provvedimento "incriminato" non è un "decreto Lorenzin, ma nasce da un'intesa nella conferenza Stato-Regioni poi recepito nel disegno di legge Enti locali assecondando la volontà delle Regioni a rinunciare al decremento del fondo sanitario per 2 miliardi 350 mila euro al quale il governo si è opposto in quanto - ha spiegato - ha precisato di preferire i tagli 'certosini' a quelli lineari". Nella trattativa si è dovuto mettere mano, ha spiegato il ministro, "all'appropriatezza" degli esami con le conseguenti sanzioni.
Precisazioni del ministro Lorenzin sulla questione dei tagli di alcuni esami clinici
- Ufficio Comunicazione
