“Il dolore innocente: quali risposte?” è il titolo dell’incontro in programma il prossimo 26 settembre,

presso l’IRCCS Don Carlo Gnocchi di Firenze. All’evento parteciperà il teologo e scrittore Vito Mancuso, che risponderà alle domande del direttore de La Nazione Francesco Carrassi.

A fare da spunto di riflessione il testo di don Carlo Gnocchi, “Pedagogia del dolore innocente”, nel quale il sacerdote milanese, giunto quasi al termine della sua vita, dopo essersi preoccupato di curare nel miglior modo possibile i suoi ragazzi (mutilatini prima e poliomielitici poi), si interrogò sul significato del soffrire, alla luce del pensiero cristiano.

Con coraggio, don Gnocchi, dopo avere fatto esperienza della sofferenza - sulla propria pelle prima, e, attraverso gli alpini nella ritirata di Russia e i tanti bambini di cui si prese cura, in seguito - prova a dare una risposta.

«Il dolore degli innocenti, nella misteriosa economia cristiana – scrive Don Carlo - è anche per la manifestazione delle opere di Dio e di quelle dell’uomo: opere di scienza, di pietà, di amore e di carità. Nella misteriosa economia del cristianesimo, il dolore degli innocenti è dunque permesso perché siano manifeste le opere di Dio e quelle degli uomini: l’amoroso e inesausto travaglio della scienza; le opere multiformi dell’umana solidarietà; i prodigi della carità soprannaturale».

Oggi, ha ancora senso chiedersi il perché della sofferenza? Esiste una risposta sola o sono molteplici? Interrogativi, al centro della riflessione che animerà l’incontro, a cui la filosofia, la teologia, la letteratura e la scienza – cristiana e non – hanno cercato di dare una risposta.

Ad arricchire il programma, alcune testimonianze di genitori e di operatori sanitari, in prima linea nella lotta al dolore, che operano nel nuovo reparto di riabilitazione pediatrica del Centro IRCCS Don Gnocchi di Firenze, inaugurato un anno fa.

 

L’incontro è aperto a tutti.

Per informazioni contattare: 055 7393800.

 

 

 

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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