Secondo l’OMS sono 350 milioni i soggetti che soffrono di depressione nel mondo, 30 milioni in Europa.

Se nel 2001 questa patologia occupava il quarto posto come causa di disabilità, entro il 2020 sarà seconda solo alle malattie cardiovascolari.

La “depressione della porta accanto”, come recita lo slogan della Giornata europea della depressione 2015, organizzata recentemente, in Italia colpisce circa il 12,7 % della popolazione, molti di essi sono giovani e bambini, e incide sulla spesa farmaceutica con una percentuale pari al 24%.

Se da una parte cresce l’utilizzo di farmaci antidepressivi (il 33, 1% dei pazienti li assume), contemporaneamente aumenta l’uso improprio di essi, sospesi dal 50% dei soggetti nei primi tre mesi di terapia e dal 70% nei primi 6 mesi. Solo il 20% delle persone colpite da queste patologie si cura con psicofarmaci in modo appropriato.

Questi dati, riportati dall’Aifa e contenuti nel Rapporto Osmed 2014, evidenziano inoltre come il maggior numero di persone che sfuggono al trattamento farmacologico vivano nel Sud Italia, siano per la maggior parte giovani e appartengano prevalentemente alla popolazione maschile.

La bassa aderenza alla terapia prescritta dai sanitari determina, oltre una minore efficacia del trattamento farmacologico con conseguente aumento delle complicanze, anche un aggravio di spesa per il Servizio Sanitario Nazionale.

 

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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