Fissato a 111 miliardi il Fondo Sanitario Nazionale per il 2016, compresi 800 milioni destinati ai nuovi Lea.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha autorizzato la trasmissione alle Camere della Legge di Stabilità, che ora comincia il suo iter parlamentare.
Tra le novità di interesse per la sanità, l’aumento delle aliquote fiscali locali per le Regioni in Piano di rientro che consentirà di sanare il disavanzo sanitario. Non si ricorrerà a nuovi ticket, anche se le Regioni continuano ad avere autonomia di scelta su di essi. La manovra prevede però un contributo a carico delle Regioni di 3,9 miliardi nel 2017 e di 5,4 miliardi nel 2018 e 2019. In tutto sono 14,7 miliardi di euro da recuperare. Ma se le regioni dovessero articolare i tagli richiesti con le proporzioni di quest’anno, e dunque con lo stesso meccanismo con i quali sono stati operati gli ultimi tagli al Fondo sanitario , verosimilmente il Fondo sanitario rimarrebbe congelato a 111 miliardi di euro per tutto il prossimo triennio. In termini reali sarebbe una riduzione netta rilevante. E stare dentro quel tetto sarà oltretutto molto più difficile per le Regioni, considerato che già oggi otto di loro non riescono a rispettarlo e sono costrette ad alzare addizionali e ticket (saliti del 26% dal 2008) per compensare. Ma per questo c’è tempo di riflettere, almeno sino a quando si porrà mano alla prossima finanziaria. E’ bene però cominciare a pensarci e a fare i conti.
Conti che dovranno tenere particolarmente sott’occhio le Aziende ospedaliere attualmente in rosso: dovranno essere messe in regola entro tre anni dall’accertamento di un deficit pari al 10% della differenza tra costi e ricavi, o comunque pari ad almeno 10 milioni di euro.
Il piano di rientro dovrà essere presentato dagli enti alla Regione entro 90 giorni dall’emanazione del provvedimento di individuazione. Detti piani, approvati dalla Giunta regionale o dal Commissario ad acta, diverranno immediatamente esecutivi, e saranno soggetti a verifica trimestrale da parte della Regione o del Commissario. I direttori generali degli enti ai quali non fosse approvato il piano di rientro, o l’ispezione avesse avuto esito negativo nella verifica annuale, vedranno decaduto automaticamente il proprio contratto.
Dal 2016 il Fondo per le non autosufficienze verrà incrementato di 150 milioni di euro annui, e, grazie ad uno stanziamento di 90 milioni, nascerà un Fondo (“dopo di noi”) destinato al finanziamento di misure per il sostegno delle persone con disabilità grave, in particolare stato di indigenza e prive di legami familiari di primo grado.
Verranno costituite aziende sanitarie uniche che raggrupperanno aziende ospedaliere del SSN e policlinici universitari. Le modalità saranno definite da protocolli di intesa tra le regioni e le università interessate. Ciò non sarà possibile per quelle Regioni sottoposte ai piano di rientro dal disavanzo sanitario.
Infine per l’assunzione di ricercatori, il fondo per il finanziamento ordinario delle università statali subirà un incremento di 55 milioni di euro nel 2016 e 60 nel 2017.