E’ promosso dall’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia in collaborazione con la Regione Lombardia il convegno “Continuità delle cure dall’adolescenza all’età adulta nei servizi di salute mentale”, in programma l’11 e il 12 aprile 2019 a Brescia, presso il Centro Paolo VI. Nel corso dell’incontro saranno discusse per la prima volta le conclusioni del progetto europeo MILESTONE, volto a sviluppare nuovi modelli assistenziali per i giovani pazienti che accedono ai servizi di salute mentale per l’infanzia e l’adolescenza (UONPIA) a quelli per l’età adulta (DSM). 

Sono molti gli adolescenti con problemi psichici o comportamentali che non sono seguiti durante l’adolescenza, o arrivano ai servizi di salute mentale quando è troppo tardi. 

Da qui la necessità di un progetto comune che ha coinvolto 8 Paesi europei: Belgio, Croazia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Olanda, Regno Unito, con l’intento di risolvere la discontinuità tra UONPIA e DSM.     Il cuore del progetto è rappresentato da uno studio sperimentale, coordinato in Italia dall’IRRCS Fatebenefratelli Brescia, che ha coinvolto circa 1.000 giovani in età di transizione (17 anni e mezzo circa), insieme ai loro genitori e clinici di riferimento. I soggetti sono stati seguiti ad intervalli regolari per oltre due anni dal team di ricerca. In Italia hanno preso parte al progetto - che nel nostro Paese ha reclutato 223 giovani, il maggior numero di partecipanti allo studio sperimentale - 11 servizi di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, ed altrettanti DSM.

La raccolta dati si è conclusa a Gennaio 2019. Il campione è rappresentato per la stragrande maggioranza da pazienti seguiti presso ambulatori delle UONPIA, di cui il 39% maschi. Due giovani su tre vivevano con entrambi i genitori (biologici o in famiglie ricostituite), mentre il 24% apparteneva a famiglie mono-genitoriali. I soggetti erano in carico ai servizi prevalentemente per disturbi d’ansia (24%) o dell’umore (31%), ADHD (Disturbi da Deficit dell’Attenzione e Iperattività) (21%) e ADS (Disturbi dello Spettro Autistico) (15%). Un dato interessante è emerso osservando i tassi relativi ai tentativi di suicidio nel corso della vita: se nel Regno Unito la percentuale di giovani in trattamento che hanno tentato il suicidio almeno una volta ha raggiunto ben il 44% del campione, seguita da Olanda, Irlanda, Germania e Belgio (tra il 35 e 25 %), nel caso dei paesi mediterranei (Francia, Croazia e Italia) i tassi sono scendono sotto il 20%. In particolare, in Italia si registra il tasso più basso tra tutti gli 8 paesi partecipanti (12.5%). Osservando invece i dati relativi al sottocampione dei pazienti con una diagnosi clinica di depressione, si è evidenziato che il 57% di costoro ha un genitore che nella vita ha sofferto o tuttora soffre di un disturbo mentale.

La ricerca MILESTONE studia specificamente la transizione tra le UONPIA e i DSM, testando se l’impiego di uno strumento di supporto decisionale per il clinico – chiamato Transition Readiness and Appropriateness Measure (TRAM) - migliori la pianificazione e gli esiti di questo delicato passaggio. Tale verifica viene effettuata confrontando gli esiti clinici dei giovani che sono entrati nel braccio ‘sperimentale’, e sottoposti ad una valutazione con il TRAM, con gli esiti di giovani seguiti da servizi che non impiegano questa procedura standardizzata, che prevede una attenta valutazione da parte del team di partenza (della UONPIA) e di arrivo (il team del DSM). Saranno proprio i risultati relativi all’uso dello strumento TRAM ad essere presentati per la prima volta durante il convegno di Brescia.

Nell’ambito delle altre attività del progetto MILESTONE, va sottolineato che i coordinatori italiani del progetto hanno condotto per la prima volta in assoluto una ‘mappatura’ delle UONPIA nei 28 paesi europei. Tale ricerca, pubblicata su Lancet Psychiatry  e su European Child and Adolescent Psychiatry, ha studiato l’organizzazione, le caratteristiche ed il funzionamento delle UONPIA e la loro interfaccia con i servizi per l’età adulta, evidenziandone le criticità e mettendo in luce le differenze tra i diversi Paesi in termini di attività, accessi dell’utenza, distribuzione e risorse.  Queste diversità spesso non rispecchiano differenti bisogni assistenziali all’interno della popolazione d’interesse, ed impongono una attenta riorganizzazione dei servizi di salute mentale in tutta Europa, al fine di pianificare e realizzare modelli di cura più centrati sulla persona.

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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