“Gli hospice e le cure palliative rappresentano una risposta alla sofferenza, una affermazione di civiltà, la civiltà dell’amore. Sono un servizio all’uomo che, nelle fasi terminali della malattia, necessita di essere accompagnato con il rispetto e la partecipazione che ogni vita, preziosa agli occhi di Dio, reclama.

Il loro numero però non è sufficiente, occorrono più strutture”. Così il Presidente Nazionale dell’Aris, Padre Virginio Bebber, a margine della sezione dedicata agli Hospice, nell’ambito del convegno nazionale di pastorale della salute, in corso in questi giorni a Caserta.

“In Italia gli hospice di ispirazione cattolica sono 22 – ha precisato il religioso – ma da Roma in giù se ne contano solo 4, con conseguenti difficoltà a far fronte, in molti territori, alle richieste e alle necessità della popolazione.”

“Sono molto toccato da queste problematiche – ha continuato – per questo ho chiesto alle strutture che fanno parte dell’Aris di valutare la possibilità di aprire nuove attività di hospice”.

“E’ un servizio a cui siamo chiamati in quanto cattolici impegnati nel settore sanitario – ha concluso padre Bebber – perché occuparsi di coloro che soffrono, “prendersi cura” della persona nei momenti conclusivi della sua esistenza, vuol dire prendere sul serio la sua umanità, riconoscendo nel suo volto il volto di Dio”.

 

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