La sanità digitale sta divenendo realtà. Ma come affrontano questa sfida le professioni sanitarie? Come e quanto questi nuovi importanti processi sono adottati e diffusi in tutto il territorio nazionale?
Rispondere a questi e a molti altri quesiti è l’obiettivo del convegno “Le professioni sanitarie alla sfida della sanità digitale”, organizzato dalla Confederazione Nazionale Antel-Assiatel-Aitic, dal Coordinamento Nazionale Associazioni Professioni Sanitarie e dall’Associazione Italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico.
L’evento, in programma a Roma il prossimo 10 novembre, avrà come sede la Sala Auditorium Ministero della Salute.
A confronto esperti, esponenti delle professioni sanitarie, politici, per capire in quale modo e in che misura siano effettivamente utilizzati nel settore della salute processi come la telemedicina, il fascicolo sanitario elettronico, i certificati medici telematici, la ricetta elettronica e molti altri ancora. Quali le prospettive nel prossimo futuro.
“Occorre promuovere per legge - spiega Fernando Capuano, presidente nazionale della Confederazione dei TSLB - e verificarne l’attuazione pratica, dei piani nazionali sulla digitalizzazione in ambito sanitario, che devono riguardare tutte le strutture sanitarie sia pubbliche che private, al fine di migliorare i servizi e ridurre i costi”
“Non possiamo avere realtà regionali così eterogenee, con sistemi informativi che non dialogano tra loro – continua – e che non si scambiano informazioni sulla storia clinica e sui percorsi diagnostici e terapeutici già effettuati dal paziente. La digitalizzazione della documentazione sanitaria in ambito biomedico su tutto il territorio nazionale assicurerebbe una maggiore sicurezza per il paziente, la consultazione in tempo reale degli esami effettuati in precedenza nei reparti di emergenza, il controllo sull’appropriatezza prescrittiva e clinica, e la possibilità del teleconsulto, come già avviene in numerose realtà italiane di eccellenza”.