Le persone con disabilità alla vista e all’udito comunicano e “osservano” il mondo principalmente con il tatto, ora, con le limitazioni imposte dai decreti contro la diffusione del coronavirus che ha travolto il nostro Paese, rischiano di vivere totalmente isolate ed escluse dalla realtà.

E’ la preoccupazione espressa dal Comitato delle Persone Sordocieche e dal Comitato delle Famiglie della Lega del Filo d’Oro, che evidenziano le condizioni di estrema difficoltà in cui si trovano i soggetti sordociechi e pluriminorati psicosensoriali, che, insieme ad altre persone con pluridisabilità, costituiscono alcune delle categorie maggiormente esposte al rischio di contrarre il “coronavirus”, e più vulnerabili alle ricadute sociali derivanti dalla grave epidemia in corso.

Si stima che in Italia ci siano quasi 190.000 persone con disabilità legate alla vista e all’udito (studio Istat per la Lega del Filo d’Oro, 2016) e più della metà hanno bisogno di assistenza continua e per questo l’espansione dell’epidemia di coronavirus, per loro e i loro caregiver, è estremamente rischiosa.

La Lega del Filo d’Oro, nel 2019, ha seguito circa 950 utenti nei diversi servizi, di cui il 7% sono persone che hanno più di 65 anni e il 3% sono bambini tra 0 e 4 anni che spesso presentano un quadro clinico molto complesso.

In considerazione dei recenti provvedimenti emanati dal Governo sono state definite misure preventive e disposizioni organizzative per tutte le sedi della Lega del Filo d’Oro in Italia. A partire dal 10 marzo 2020 e fino a nuova comunicazione, i Servizi Residenziali erogati nei 5 Centri di Osimo, Lesmo, Modena, Molfetta e Termini Imerese sono funzionanti, seppur con attività ridotta, mentre l’attività dei Trattamenti a Termine, dei Servizi Diurni e dei Servizi Territoriali è sospesa. Le visite sono ridotte al minimo indispensabile solo per i familiari. Rimangono attivi i servizi di supporto telefonico per continuare a garantire sostegno alle famiglie.

“Non chiediamo deroghe alla normativa, siamo consapevoli che il virus non ne ammette – spiega Francesco Mercurio, Presidente del Comitato delle Persone Sordocieche della Lega del Filo d’Oro - tuttavia, il contatto rappresenta per noi una questione di vitale importanza e vorremmo che questa vicinanza necessaria alla comunicazione delle cose essenziali e allo svolgimento delle attività della vita quotidiana, avvenisse in sicurezza per noi e per le persone che ci aiutano”.

Difficoltà vissute anche dai familiari delle persone con disabilità plurime che, da quando si sono viste chiudere tutti i servizi di sostegno, sono state lasciate sole a gestire situazioni estremamente complesse senza alcuna risposta.

“Molte delle difficoltà legate alla sordocecità, sono normalmente sopperite dalle reti: la rete dei servizi, la rete familiare, la rete amicale ed il volontariato – chiarisce Rosa Francioli, Presidente del Comitato delle Famiglie della Lega del Filo d’Oro - L'attuale emergenza ha di colpo stroncato gran parte di queste possibilità. Sono garantiti solo i servizi residenziali. Ma le famiglie che facevano riferimento ad altre risorse, come ad esempio i centri diurni, oggi ne sono rimaste completamente scoperte e si trovano da sole ad affrontare enormi difficoltà”.

“Garantire una rete, anche minima, di supporto domiciliare per far fronte ai bisogni primari” – prosegue - Lo Stato fino ad oggi ha contato molto sulla rete del volontariato per sopperire alla carenza di servizi. All'improvviso questa è venuta meno, se non per quella strettamente legata agli ospedali. Ci sono persone che, con le dovute precauzioni, potrebbero e vorrebbero aiutare chi si trova in una situazione di necessità. Ma tra i motivi che consentono lo spostamento dal proprio domicilio, rientrano solo quelli di lavoro e di necessità personale e familiare e non di altre persone. Questo è un grosso limite”.

 “Esprimo vicinanza e sostegno alle persone sordocieche e alle loro famiglie – dichiara Rossano Bartoli Presidente della Lega del Filo d’Oro - se questo è per tutti noi un momento molto duro, sono le persone che già vivevano una condizione estremamente difficile quelle che non devono essere dimenticate e confido che le Istituzioni, al di là della stretta emergenza, possano dare una risposta anche a loro”.

 

 

 

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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