“Sottovalutare i campanelli d’allarme e annullare o rimandare le richieste di visite per malattie cardiovascolari per paura del contagio è molto pericoloso”. E’ quanto continuano a sottolineare i cardiologi della Fondazione Poliambulanza di Brescia, in prima linea sin dall’inizio per fronteggiare il SARS-CoV-2.

Sin dal principio della pandemia, in tutto il Paese si è registrato un calo significativo del numero degli accessi in ospedale per sintomi cardiaci. Il 60-65% delle persone di fronte ad alcuni campanelli d’allarme per il cuore, nella fase di picco dell’emergenza, ha preferito restare a casa. Pochi anche i ricoveri per infarto e perlopiù tardivi. Purtroppo non si tratta di una effettiva diminuzione dell’incidenza degli episodi di natura cardiologica, ma di timore di infettarsi recandosi in ospedale. Tutto ciò ha delle conseguenze negative sulla salute di questi pazienti.

“La naturale propensione del virus a scatenare una risposta infiammatoria di notevole intensità – precisano gli specialisti della struttura bresciana - lo rende capace di provocare la formazione di trombi nel sangue e quindi favorire l’ostruzione dei vasi sanguigni, che siano coronarici, cerebrali, polmonari o periferici”.

Trascurare sintomi legati a problematiche cardiache determina, quindi, conseguenze molto negative, ecco perché è necessario fare chiarezza e invitare i cittadini a fare scelte meditate e consapevoli.

“I dolori al cuore, che in tempi non sospetti facevano correre al Pronto Soccorso, anche a rischio di sovraffollamento, non passano con la camomilla, con qualche minuto in più di riposo e pazienza. – continuano gli esperti - probabilmente il Covid-19 non riuscirà a provocare neppure la metà dei decessi annuali determinati dalle malattie cardiovascolari, che, va ricordato, rappresentano la prima causa morte nel nostro Paese. Non bisogna, perciò, sottovalutare quei sintomi che in altre condizioni metterebbero in allarme: dolore toracico, talvolta percepito come indigestione, fame d’aria improvvisa, svenimenti o capogiri, stanchezza importante ingiustificata e prolungata”.

“Infine si sappia che gli ospedali ed il Pronto Soccorso – concludono - sono sempre zone sicure, con percorsi studiati al dettaglio per proteggere chi vi viene ricoverato e che il 112 è il miglior modo per raggiungerle”.

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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