L’Irccs e Ospedale Classificato Oasi Maria SS. di Troina sta avviando in questi giorni un progetto di ricerca per uno studio di follow-up a lungo termine dell'infezione COVID-19 in pazienti fragili e con comorbidità.
Un programma di ricerca su scala regionale che si pone l’obiettivo di migliorare la prevenzione e la cura dell'infezione da SARS-CoV-2 in tre diverse fasce di popolazione cosiddette vulnerabili: persone con disabilità intellettive, pazienti con disturbi neurodegenerativi e anziani fragili con comorbidità. Queste categorie, come è stato possibile constatare nella pandemia in corso, presentano un rischio maggiore di infezione da questo tipo di virus, con particolare attenzione per coloro che vivono in strutture di assistenza a lungo termine e case di cura. Nel progetto di ricerca, che vede capofila l’Irccs di Troina, sono presenti anche altri importanti centri sanitari siciliani.
“Sebbene in un periodo difficile come quello che stiamo attraversando, e in piena fase emergenziale – ha affermato Raffaele Ferri, il direttore scientifico dell’Irccs di Troina e coordinatore della ricerca – l’Oasi non perde di vista il suo ruolo di importante Istituto di Ricerca. Lo studio si occuperà anche dell’individuazione delle migliori misure di protezione degli operatori sanitari impegnati nell'assistenza alle categorie prese in esame, al fine di ricavare informazioni utili al Servizio Sanitario Nazionale per una migliore organizzazione dei servizi e un’adeguata tutela degli operatori”. Lo studio, in questa prima fase, sarà finanziato con fondi dell’Istituto. Si pensa anche ad un co-finanziamento da parte del Ministero della Salute.