Seminario di studio a Casa Rosetta sul consumo di crack. La Giornata si è svolta venerdì 23 ottobre ed è stata condotta dalla psicologa Emanuela Cutaia, coordinatore dell’area dipendenze patologiche di Casa Rosetta e direttore della comunità Terra Promessa. Tra i docenti la psicoterapeuta Maria Gattuso del Serd di Caltanissetta, gli psichiatri Gloria Pagano e Giuseppe Mustile del Serd di Vittoria, lo psicoterapeuta e docente universitario Giuseppe Lombardo, i professori Calogero Iacolino e Brenda Cervellione dell’università Kore di Enna.
Il consumo di crack – “cocaina fumata” - è pericolosamente in aumento anche a Caltanissetta, ed è particolarmente preoccupante la crescente diffusione tra i giovani e giovanissimi.Il seminario a causa delle perduranti misure anti-Covid si è svolto in video conferenza, e si inquadra – come ha sottolineato in un breve intervento in apertura il presidente Giorgio De Cristoforo - nell’azione di formazione continua che Casa Rosetta rivolge ai propri operatori e al territorio, consapevole della necessità di aggiornare la risposta terapeutica e trattamentale di fronte alle continue mutazioni nella società e nelle dipendenze da sostanze. E la formazione – ha ricordato ancora il presidente - è uno dei tre pilastri-cardine di Casa Rosetta, insieme con l’attenzione per le persone più fragili e meno fortunate (dipendenti patologici, disabili) e con la spiritualità.
La “cocaina fumata”, il crack, è oggi la seconda sostanza dopo la cannabis nel panorama delle tossicodipendenze. Ha un effetto velocissimo, produce un’esaltazione forte ma breve e quindi il bisogno di ripetere in una dipendenza presto irrefrenabile. È abbastanza chiaro il quadro delle conseguenze psicofisiche causate da questa assunzione, in grado di indurre elevata dipendenza e rapida assuefazione psicologica e fisica; inoltre è in grado di aumentare gli istinti violenti e alterare i principali centri di controllo del sistema nervoso centrale. Spesso porta all'alienazione sociale o a forme di psicosi. Gli effetti a lungo termine consistono non solo nell’induzione di una forte dipendenza ma, proprio come conseguenza di un consumo diventato compulsivo, possono manifestarsi con una serie di sintomi e disturbi clinici a tutti i livelli dell’organismo: dall’apparato cardiovascolare al sistema nervoso, fino ad arrivare sintomatologie psichiatriche franche come le manie, le psicosi paranoiche, la perdita del contatto con la realtà e stati allucinatori, aggressività, schizofrenia.
Le istituzioni, gli enti della sussidiarietà, e quindi gli operatori preposti alla presa in carico e cura dei soggetti affetti da dipendenza patologica da crack, devono continuamente aggiornare le loro conoscenze sugli sviluppi di questa patologia, le più efficaci forme di prevenzione e trattamento e, anche, le nuove esigenze e modalità in materia di organizzazione e gestione di servizi ed interventi. Erano questi gli obiettivi del seminario, tendente ad accrescere la capacità di elaborazione di progetti terapeutici individuali, analizzando i possibili strumenti terapeutici adeguati ad arginare il fenomeno a livello territoriale, e a fornire spunti di riflessione per progettualità futura anche nel campo della prevenzione e dell’aggiornamento delle azioni da svolgere in questa direzione.