Sarà attraverso due eventi che le comunità “Terra Promessa” e “La Ginestra” di Casa Rosetta celebreranno
la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, in programma il prossimo 25 novembre.
“Le due iniziative – ha affermato il presidente di Casa Rosetta, Giorgio De Cristoforo – non saranno mera celebrazione convenzionale, ma saranno vissute nelle due comunità come importanti momenti formativi. Particolarmente significativo è il coinvolgimento degli ospiti della comunità maschile Terra Promessa. La violenza contro le donne, infatti, chiama in causa anzitutto gli uomini, e come uomini gli ospiti della comunità sentono, devono e vogliono rifiutare e superare la cultura della violenza, riconoscendo che la l’abuso verso le donne non può essere liquidato come patologia di pochi marginali, né come il segno di culture lontane, ma nasce proprio dalla “normalità” di ogni individuo”.
“Anche quando è estrema – ha continuato - parla una lingua che conosciamo e che mescola amore, controllo, dipendenza, onore, frustrazione, gelosia, potere, prima di divenire violenza. E frequentemente questa patologia si intreccia con dipendenze patologiche, o le precede o le accompagna. Affrontare questo tema nelle comunità è un intervento su una delle radici dei problemi che si affrontano qui”.
Operatori e residenti di Terra Promessa hanno preparato un video, che introdurrà l’evento; seguiranno letture di testi e brani musicali selezionati da loro stessi, e una riflessione corale. Nello spazio verde della comunità è stata allestita una mostra di dipinti e di pannelli riferiti al tema.
“L’intervento di riflessione promosso dalla comunità terapeutica maschile – ha sottolineato la coordinatrice del settore dipendenze patologiche di Casa Rosetta, Emanuela Cutaia - vuole mettere al centro una consapevolezza nuova, la quale scommette sulla consistenza e sulla concretezza della sensibilità maschile, cercando di innescare nuove considerazioni nei confronti delle donne per prevenire e riconoscere in tempo gli agiti comportamentali violenti.
Si tratta di interrogarsi sui desideri, sulle capacità di riconoscere la nuova autonomia e la nuova libertà delle donne, che può essere un’occasione di cambiamento positivo anche delle vite di ognuno di noi”.
Il messaggio sarà veicolato all’esterno con l’obiettivo di coinvolgere il mondo dell’informazione, della cultura, della scuola, della politica delle associazioni e tanti singoli uomini ad un maggiore impegno nel proprio contesto relazionale, lavorativo, politico e culturale, “per contribuire – ha aggiunto Emanuela Cutaia - ad una maggiore consapevolezza, nostra e di tanti ragazzi e adulti ancora troppo silenziosi, isolati, confusi per reagire agli stereotipi che sono alla base della misoginia: solo la cultura, e l’educazione possono provare a correggere, fondare, per chi cresce ora, basi diverse di “educazione sentimentale” e a liberare dai ruoli precostituiti che ingabbiano e travisano l’affettività e l’identità”.
Nella comunità femminile “La Ginestra” l’evento si aprirà con un aggiornamento sul fenomeno e sui dati ultimi relativi al femminicidio in Italia. Successivamente, le ospiti insieme alle operatrici proporranno un testo di Mia Martini dal titolo “Donna” con l'accompagnamento strumentale (chitarra e violino) e coreografico. Seguirà una lettura tratta da una riflessione della scrittrice canadese Penny, dedicata alle figlie che l'esorta all'autodeterminazione e al rispetto di sé stesse. La seconda parte dello spettacolo vedrà coinvolte le ragazze nell'esecuzione del brano “Domani” “Artisti uniti per l'Abruzzo” a cui seguirà la recitazione della poesia dello scrittore/poeta Angelo De Pascalis, tratto dal suo libro “Sotto il vestito l'anima”.