L’Ospedale“F. Miulli” di Acquaviva delle Fonti risulta fra i 5 centri al mondo, e unico in Italia, ad effettuare ablazione con elettroporazione per il trattamento della fibrillazione atriale.

Si tratta di una nuova tecnica per l’ablazione transcatetere che utilizza come energia l’elettroporazione. Massimo Grimaldi, in coordinamento con la Direzione Sanitaria dell’Ente diretta da Fabrizio Celani, ha contribuito allo sviluppo di questa metodica in qualità di elettrofisiologo responsabile della sperimentazione animale eseguita un anno fa negli Stati Uniti ad Atlanta, in Georgia. Dopo l’approvazione delle autorità americane, è iniziato l’utilizzo nell’uomo, che vede al momento coinvolti 5 centri nel mondo tra cui il Miulli, unico centro italiano. Il cuore non è solo un instancabile muscolo che pompa ben 7200 litri di sangue al giorno, ma è anche un vero e proprio metronomo che detta il ritmo della nostra vita sin dal grembo materno. Il feto, infatti, percepisce il battito materno e si abitua al suo suono ritmico. Purtroppo il ritmo cardiaco può perdere la ritmicità a causa di una patologia chiamata fibrillazione atriale.

L’incidenza di questa patologia aumenta col progredire dell’età e arriva a colpire 1 persona su 10 che abbia più di 80 anni. In Italia ne soffre l’1,5% della popolazione. Le terapie farmacologiche sono spesso insufficienti a combattere questa aritmia e si deve pertanto ricorrere a terapie mininvasive.

L’ablazione transcatetere è da molti anni eseguita con crescente percentuale di successo. Purtroppo, come in tutti gli interventi in medicina, esiste il rischio di complicanze legate all’intervento. L’ablazione di fibrillazione atriale, eseguita attualmente con radiofrequenza o crioterapia, può determinare danni all’esofago o ai nervi che attivano il diaframma. L’ablazione del tessuto con elettroporazione prevede che venga applicata una corrente di altissimo voltaggio, ma per brevissima durata (microsecondi), in modo da rendere inattive le cellule responsabili dell’aritmia senza rischiare di danneggiare gli organi vicini. Il grande vantaggio di questa energia, infatti, è la capacità di essere specifica per un dato tipo di tessuto. La nuova tecnica si rivela dunque più sicura poiché porta a minori complicazioni e ad una maggiore velocità procedurale, in quanto consente di intervenire in una sola frazione di secondo su tutta la vena interessata.

 

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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