Seconda edizione del Congresso della International Society for the Study of Pleura and Peritoneum (ISSPP 2021). I maggiori esperti internazionali del settore si incontreranno a Roma, il 7 e 8 ottobre 2021, per parlare di trattamento dei tumori metastatici del peritoneo e della pleura.

L’edizione romana è ospitata presso il Centro Congressi Europa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma.

Al centro dei lavori, le novità di trattamento per le metastasi pleuriche e peritoneali (la cosiddetta ‘carcinosi’ peritoneale) che complicano il decorso di tanti tumori. I principali esperti del campo faranno il punto sull’ormai consolidata procedura citoriduzione seguita da HIPEC (Hypertermic Intraperitoneal Chemotherapy o chemio-ipertermia intraperitoneale, un trattamento in due fasi che prevede la rimozione chirurgica dei noduli di carcinosi, seguita dalla somministrazione all’interno della cavità peritoneale di farmaci chemioterapici ad alta temperatura, per eliminare le restanti cellule tumorali)  e sulla novità della PIPAC (chemioterapia ‘pressurizzata’, somministrata in laparoscopia), ancora sperimentale.

La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS è leader in Italia per l’utilizzo di HIPEC e PIPAC (oltre 500 pazienti trattati ogni anno). Questi due trattamenti innovativi sono indicati per la carcinosi da tumori di colon, stomaco, pancreas e ovaio, oltre che per i tumori primitivi del peritoneo (pseudo-mixoma e mesoteliomi).

In Italia si ammalano di carcinosi peritoneale circa 25 mila persone l’anno. In passato non esisteva alcuna terapia per questa condizione, mentre oggi è possibile offrire a una parte di questi pazienti una speranza che per alcune forme tumorali è molto concreta.

Nei casi in cui con la chirurgia si ottiene una citoriduzione completa (cioè l’asportazione di tutti i noduli tumorali), l’aggiunta dell’HIPEC consente di ‘sterilizzare’ il campo chirurgico portando la chemioterapia direttamente all’interno della cavità peritoneale, per agire su eventuali cellule residue; il trattamento viene effettuato ad alte temperature, per facilitare la penetrazione della chemioterapia (in genere vengono utilizzati farmaci come la mitomicina e i derivati del platino) nei tessuti.

La PIPAC, invece, consiste nell’introduzione di chemioterapici all’interno della cavità peritoneale, in laparoscopia. Sfrutta la pressione dei gas (anidride carbonica) utilizzati in laparoscopia che ‘spingono’ il chemioterapico all’interno dei tessuti della cavità addominale. Il potere di penetrazione nei tessuti è di 3-4 mm e questo risulta molto efficace per i noduli di piccole dimensioni che spesso sono la componente principale della carcinosi. Il trattamento è ben tollerato e ripetibile: si effettua ogni 6-8 settimane, per almeno 3 cicli. Oltre allungare l’aspettativa di vita, la PIPAC ne migliora la qualità, essendo in grado ad esempio di controllare l’ascite in una buona percentuale di casi.

Al Gemelli vengono effettuati ogni anno circa 100 trattamenti di citoriduzione (peritonectomie) seguiti da HIPEC per tumori gastro-intestinali o tumori primitivi (pseudomixomi e mesoteliomi) e oltre 400 l’anno per tumori ovarici. Per quanto riguarda la PIPAC al momento si effettuano circa 80-100 trattamenti l’anno; è un trattamento ancora sperimentale (non sono ancora disponibili i risultati degli studi di fase 3), che è stato inserito in un percorso approvato dalla Direzione Sanitaria.  Una seduta di PIPAC dura 60-90 minuti. Il paziente sottoposto a PIPAC resta in ospedale mediamente 2 notti, quello sottoposto la peritonectomia seguita da HIPEC (un intervento che dura 6-8 ore), circa 8-10 giorni.

 

 

 

 

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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