“Se la Regione Puglia non chiude nuovi accordi di confine con gli enti vicini, dal 15 novembre non potremo più accettare pazienti provenienti da quelle zone, né per le prestazioni ambulatoriali e le terapie, né per i ricoveri. Sia la Basilicata che la Calabria devono trovare l’accordo con la nostra regione, abbassare i tetti di spesa con altri territori e innalzare quelli nei nostri confronti, altrimenti non ce la facciamo”.

Così Monsignor Domenico Laddaga, delegato alla direzione dell’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti, in merito al blocco delle prestazioni per il superamento dei tetti di spesa per i pazienti provenienti da Basilicata e Calabria.

“Abbiamo già speso un milione di euro oltre il budget disponibile, il 50% del quale è composto da spese vive – ha continuato – Per riattivare i servizi sono necessari 1 milione e 300mila euro per i lucani e circa 700mila per i calabresi”.

Una situazione divenuta ormai insostenibile che, fa sapere la Direzione dell’ospedale, si trascina da almeno cinque anni.

Intanto dal Miulli, in una nota, precisano che "anche le prestazioni attualmente già prenotate non potranno dunque essere soddisfatte".

 

 

 

 

 

 

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