Importante l’impegno della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e dell’Università Cattolica nella cura del diabete, sia nel campo dell’assistenza, che della ricerca sulla patologia. Ne è testimonianza il premio Areteo, assegnato dalla Società Italiana di Diabetologia (SID) ad Andrea Giaccari, Responsabile del Centro per le Malattie Endocrine e Metaboliche Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, che nell’esprimere soddisfazione per il prestigioso riconoscimento ricevuto, ha sottolineato le disparità di offerta, in questo settore, tra una Regione e l’altra e spesso anche da una Asl all’altra, nell’ambito della medesima città.

Gli italiani con diabete sono circa 4 milioni, ma a distanza di cento anni dalla scoperta dell’insulina, ancora non tutti hanno accesso all’innovazione, né sul versante delle cure, né tanto meno su quello delle tecnologie, problematiche queste che rendono il tema della recente Giornata Mondiale del Diabete 2021 “Accesso alle cure. Se non ora quando?” di particolare rilievo, evidenziando la necessità di soluzioni adeguate. L’accesso negato all’innovazione ha infatti delle ricadute importanti non solo sulla gestione del diabete oggi, ma anche in termini di risparmio delle complicanze negli anni futuri.

“A livello centrale – ha spiegato Dario Pitocco, Direttore Unità Operativa di Diabetologia Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS - molti passi avanti sono stati fatti. Oggi per la gestione del rischio cardio-metabolico abbiamo a disposizione farmaci come gli SGLT-2 inibitori e gli analoghi del GLP-1, e di recente è stata autorizzata anche l’associazione tra queste due classi di farmaci. Si tratta di molecole in grado non solo di dare un buon controllo del diabete, ma anche di ridurre le complicanze cardiovascolari e cioè infarti, ictus, scompenso cardiaco”.

“Sul fronte dell’innovazione tecnologica - ha continuato - un grande progresso e vantaggio per le persone in trattamento insulinico multi-iniettivo (tutte quelle con diabete di tipo 1 e alcune di quelli con diabete di tipo 2) è rappresentato dai nuovi sistemi di monitoraggio ‘flash’ della glicemia, che risparmiano le tante dolorose punturine al dito per la misurazione della glicemia da sangue capillare, perché il sensore applicato al braccio è ‘interrogabile’ ogni momento da un lettore apposito o tramite smartphone. I modelli più nuovi sono dotati anche di un allarme che avverte il paziente nel caso sia andando incontro a ipo o a iperglicemia, e questo anche durante la notte, consentendogli di prendere provvedimenti.”

“Ancora più avanzati – ha sottolineato l’esperto - sono i sistemi, detti ‘semi-pancreas artificiali’, composti da un microinfusore di insulina e da un sensore per il monitoraggio continuo della glicemia (CGM) che si parlano tra loro, consentendo così di erogare una quantità di insulina adeguata ai valori di glicemia rilevati dal sensore.”

“Presso il nostro centro – ha concluso Pitocco - assistiamo circa 1.500 pazienti con diabete di tipo 1, almeno 700 di loro sono in terapia con il microinfusore e oltre la metà di questi, con questi dispositivi semi-automatici, che si stanno sempre più diffondendo”.

 

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