Lunedì 28 febbraio la cerimonia celebrativa del 66esimo anniversario della morte di Don Carlo Gnocchi sarà animata dal “Coro Aquiloni”, nato già da alcuni anni nell’Istituto Palazzolo-Don Gnocchi di Milano, nel “Nucleo Aquiloni” - struttura per persone in stato vegetativo o di minima coscienza – che ha aderito con entusiasmo al progetto di musicoterapia a supporto del caregiver, promosso dalla responsabile del reparto Guya Devalle e dalla musicoterapeuta Isabella Basile. Si tratta di un reparto delicatissimo – spiegano - dove occorre da parte degli operatori quel “di più” di sensibilità e umanità che i singoli casi pretendono. Anche i familiari sono sottoposti ogni giorno a stress emotivi impegnativi, oltre alla gestione del cambiamento della propria situazione fisica, psicologica e relazionale. L’intervento di musicoterapia, che già all’interno del Nucleo svolge un ruolo di fondamentale importanza per la stimolazione multisensoriale e cognitiva dei pazienti, è stato proposto con un laboratorio corale anche ai familiari, al fine di agire a supporto del loro benessere facendo leva sulle emozioni positive.

Diretto da Isabella Basile, il “Coro Aquiloni” è cresciuto in questi anni, esibendosi in eventi organizzati per il reparto, per l’animazione liturgica (tra queste, proprio la prossima celebrazione per l’anniversario della morte di don Gnocchi, al santuario di Milano) o svolgendo piccole esperienze concertistiche per alcuni convegni sia all’interno dell’Istituto, sia in altri Centri della Fondazione e in realtà del territorio lombardo. Durante il lockdown, aveva promosso un “virtual choir”, registrando l’inno alla vita (testo originale scritto dal Coro su musica di L. Cohen) a sostegno degli operatori sanitari durante la pandemia.
Gli studi scientifici confermano che la pratica del canto incrementa lo stato di benessere grazie al rilascio di ormoni come la serotonina, la dopamina e l’ossitocina oltre all’inibizione del cortisolo, ormone dello stress, riducendo le tensioni muscolari e migliorando l’umore. Cantare insieme facilita la relazione, fa emergere e consolidare sensazioni ed emozioni positive, facilita i sentimenti di collettività e partecipazione, aumenta la fiducia e permette di raggiungere obiettivi comuni attraverso valori condivisi in un ambiente sicuro e protetto dal giudizio esterno.
Il progetto, già attivo in via sperimentale dal 2016 al “Palazzolo”, si sta replicando in altri Centri “Don Gnocchi”, con l’apertura anche a personale dipendente e volontari.

 

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