L’unione fa la forza. E da ottimi frutti, soprattutto nell’interesse del paziente. L’ultima dimostrazione viene da uno studio osservazionale pubblicato su Journal of American Heart Association da medici e chirurghi del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS- Università Cattolica. Quello delle valvolupatie è un campo da “attenzionare”, anche a livello organizzativo, poiché si espande sempre più con l’invecchiamento della popolazione. “E’ dal 2014 che le linee guida interne del Gemelli – ricorda il professor Francesco Burzotta, responsabile UOS Trattamento delle cardiopatie strutturali della Fondazione Policlinico Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore – raccomandano il consulto di un Heart Team, per la gestione di pazienti con malattie valvolari complesse; e le riunioni quotidiane di questo gruppo di specialisti, del quale fanno parte non solo cardiologi clinici, cardiologi interventisti, cardiochirurghi, chirurghi vascolari e anestesisti ma tutti i medici impegnati nell’assistenza ad un determinato paziente, consentono di prendere decisioni tempestive ed evitare ritardi decisionali. Le riunioni quotidiane e l’apertura a tutti gli specialisti coinvolti nella cura del paziente sono due caratteristiche peculiari del nostro Heart Team, che ci permettono di tracciare programmi terapeutici “su misura”, anche in casi veramente difficili”. “Come trattare al meglio il paziente valvulopatico – conclude il professor Filippo Crea – direttore UOC di Cardiologia della Fondazione Policlinico Gemelli e ordinario di Cardiologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, - è per il cardiologo una sfida quotidiana. L’Heart Team rappresenta un’occasione unica per disegnare un trattamento realmente centrata sul paziente. Il mio augurio è che l’evidenza scientifica prodotta nel nostro studio aiuti a diffondere l’implentazione sistematica di questo approccio vincente in tutti gli ospedali italiani. E’ finita l’era dei “solisti”: il lavoro di squadra è vincente! “.