Due giornate di spensieratezza e di sorrisi in sella a fantastiche motociclette e sul campo di rugby per giovani ospiti disabili del Centro “Multiservizi Fondazione Don Gnocchi” di Legnano.

 La prima giornata con i volontari Luca e Clara della società sportiva “Rugby Parabiago Cares”, che hanno portato sul campo di rugby i giovani ospiti della Fondazione; la seconda con un entusiasmante momento di mototerapia, con la competente guida dei volontari dell’associazione “No Barriers ODV - Sorrisi senza Barriere”, esperti e appassionati di moto, che con la loro empatia, la loro cura e la loro passione hanno fatto viaggiare gli ospiti sulle due ruote nel circuito asfaltato che circonda il parco del Centro.

L’evento sulle due ruote ha coinvolto complessivamente una settantina di persone, visto che hanno partecipato anche gli utenti dei Centri "Don Gnocchi" di Milano (“S. Maria Nascente” e “Vismara”), oltre che di Salice Terme (Pv) e Seregno (Mb). Il tutto in un turbinio di energia positiva, che ha davvero permesso dar vita a un momento di forte aggregazione, grazie anche alla presenza di Susanna di “Bubbles and Co”, che ha organizzato divertenti giochi con l’acqua, staffette, prove di abilità per i ragazzi che attendevano il loro giro in moto, mettendo poi in scena un magico spettacolo di giocoleria che si è concluso con le bolle di sapone giganti. E poi ancora canti e balli per tutti.
«Gli educatori - è il commento di Ernest Pozzali, presidente dell’associazione “No Barriers ODV - Sorrisi senza Barriere” - ci dicono che i ragazzi con difficoltà motorie quando salgono su una moto acquisiscono una mobilità sorprendente. Tutto questo ci spinge ad andare avanti, perché ci nutriamo di sorrisi e il nostro appagamento è vedere il loro sorriso dopo un giro in moto…».

Il valore educativo e terapeutico dell'attività sportiva

Stesso copione per l’appuntamento con il rugby: una giornata che ha messo in rilievo il valore educativo-sociale dello sport, oltre a quello preventivo e riabilitativo, a prescindere dagli aspetti agonistici: è questa la chiave che nel tempo ha permesso l’accesso alla pratica sportiva a tutte le categorie sociali e a tutte le fasce di età, a partire dalla considerazione che “lo sport, partendo da ciò che una persona è in grado di fare o dare, stimola la considerazione di sé e della propria esistenza”.

Gli ospiti della RSD coinvolti hanno infatti interagito non solo con l’attività sportiva, la cui funzione è quella di mediatore, ma anche attraverso strumenti specifici della pratica del rugby, sostenuti e accompagnati dagli operatori della struttura e dagli allenatori della società sportiva. L’attività sportiva è diventata il veicolo per capire l’altro e quindi un nuovo canale di conoscenza, dando spazio all’individualità dei singoli e agendo come facilitatore alla sensazione di benessere.
«È stata un’esperienza interessantissima – hanno commentato operatori e ragazzi al termine dell’attività -: senza nemmeno accorgerci, abbiamo ripassato lo schema corporeo, i colori, l'orientamento spaziotemporale, l'attenzione alle istruzioni e la cura nell'eseguirle. Abbiamo maneggiato palle ovali di spugna, morbide e coloratissime, le abbiamo lanciate ai compagni e dentro ai cerchi, ci siamo alzati dalle carrozzine aiutati dagli operatori e abbiamo affrontato percorsi a slalom scavalcando ostacoli, calpestato serpenti di stoffa, siamo entrati e usciti dai cerchi per arrivare alla fine a fare meta!».

 

Documentazione

Questionario sulla prevenzione del rischio clinico nelle strutture associate all'Aris.

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