I virus influenzali non sono ancora entrati in azione 'in modo massiccio' e quella di quest'anno, per una serie di fattori, si prospetta come una stagione ''a bassa intensità'' per numero di casi attesi. A rassicurare è il direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), Giovanni Rezza, sottolineando anche come non vi sia ''alcun allarme'' per il nuovo virus EAH1N1 isolato in maiali in Cina. ''Non sorprende che questa, al contrario dello scorso anno - afferma Rezza - si prospetti come un'annata a bassa intensità di casi influenzali: quest'anno, infatti, i virus influenzali non sono mutati e la popolazione presenta dunque una maggiore coperture; inoltre, le temperature sono meno fredde. Tutte condizioni che contribuiscono a 'contenere' il diffondersi dell'influenza''. I virus influenzali attualmente presenti sono dunque quelli per i quali il vaccino prevede già la copertura: ''il virus AH1N1, il virus H3N2 che - spiega l'esperto - la precedente stagione aveva subito una mutazione mentre quest'anno è lo stesso dell'anno scorso, ed un virus di tipo B''. Ad oggi, i casi totali registrati non hanno dunque ancora superato il tetto del milione, ed anche se ''potrebbe sempre verificarsi una coda influenzale più lunga, non credo - rileva - che il picco, atteso per febbraio, supererà i livelli dello scorso anno''. Quanto alla variante del virus influenzale AH1N1 - che determinò la pandemia del 2009 - individuata in alcuni maiali in Cina, il virus EAH1N1, Rezza invita ad evitare allarmismi. I ricercatori cinesi, in uno studio di recente pubblicato su Pnas, avevano invitato ad un'azione ''immediata per evitare la trasmissione agli esseri umani'', ma secondo l'esperto ''il pericolo che tale virus contagi l'uomo e, facendo un salto di specie, renda possibile la sua trasmissione da uomo a uomo, è solo teorico e potenziale''. La nuova variante, infatti, chiarisce Rezza, ''è ora rilevata solo negli animali e per questo - conclude - ciò che è fondamentale è, al momento, il monitoraggio degli animali in Cina e delle persone che lavorano a diretto contatto con loro''.